Se l’umanità non si fosse imposta ambiziosi progetti nel suo cammino, temporalmente irrealizzabili, o non si fosse posta dinanzi alla sfida di trasformare in realtà ipotesi fantascientifiche, forse l’uomo starebbe ancora relegato al suolo, ragionando sull’ipotesi della fattibilità del volo umano.

Non è un caso che lo scrittore francese, Jules Verne, scrivesse che ciò che l’uomo può immaginare può poi realizzare. Ma per fare questo si deve lanciare la sfida, in fondo è poco più di un secolo che l’uomo dispone di macchine volanti, da poco meno di un secolo che è andato nello spazio e da meno di un quarto di secolo che con la scoperta degli esopianieti ha reso plausibile e più concreta l’ipotesi dei mondi abitati. Attualmente conosciamo ancora molto poco la periferia del nostro pianeta, dove le profondità marine celano, ancora scoperte così come sorprese, le foreste pluviali. La conferma delle intuizioni einsteiniane sulle onde gravitazionali, dimostrano come le nostre conoscenze siano limitate rispetto alla conoscenza del nostro sistema solare, e della galassia. I nuovi orizzonti della scienza che iniziamo a intravedere, evidenziando come la nostra conoscenza sia relegata al nostro pianeta, nella periferia della galassia, di una dei miliardi di quelle presenti nel nostro universo.

Una civiltà di qualche migliaio, milione o miliardo di anni superiore alla nostra dovrebbe avere già risolto il problema dei viaggi intergalattici, anche se a noi, molto presuntuosamente ciò ci sembra fantascientifico, come per un indios pensare di arrivare in Europa in poche ore. Ecco che gli ufo allora non sono più degli oggetti misteriosi ma si appalesano per quello che le cronache e i rapporti presentano. Sconosciuti oggetti tecnologici avanzatissimi, evidentemente non terrestri poiché mai usati nella storia dell’umanità e nell’uso primario della tecnologia: la guerra. Un solo tale oggetto sarebbe in grado di sovvertire gli esiti di un qualsiasi conflitto. Ma nulla di ciò è mai accaduto. Di contro tale tecnologia se terrestre non giustificherebbe lo sviluppo in parallelo di nuovi razzi tipo super Saturn per la Nasa e tipo Angara per la Russia legati alla tipologia dei razzi alla Von Braun che al confronto sarebbero scatolette di latta.

E ragionando in base alla logica terrestre, che dire di una documentazione e rapporti sugli ufo così secretata? Cosa giustificherebbe tale livello di blindatura su un fenomeno inesistente? Documenti per mezzo secolo catalogati “top secret” ed alcuni “born classified”, svilendo l’efficacia del Foia Freedom, con il “Top Secret Umbra” una super tutela sui documenti governativi. Non sarà un caso che sulla ultime edizioni del dizionario vaticano di latino è stato coniato l’acronimo R.I.V. per descrivere gli Ufo in quanto si contesta il “non identificato” con il “non spiegato” Res Inesplicatae Volantes.

Cosa giustifica allora l’insofferenza la supponenza, il malcelato fastidio e le insofferenti frasi censorie di alcuni scienziati ed autorità quando si parla di ufo? Hanno la comprensione di essere sempre più minoranza? Qualcuno ha paura di perdere lo scettro del “sapere” o i budget per la ricerca? In fondo l’incontro con una civiltà extraterrestre sarebbe l’evento più importante nella storia del genere umano. Se la rivoluzione copernicana ha allontanato l’uomo dal centro dell’universo, una “rivelazione” di tale portata lo riporrebbe con tutti i suoi primitivi limiti in rapporto ad altre civiltà, all’interno di una comunità galattica. Per questo si comprende il cambio di paradigma di altri scienziati, che non solo ammettono l’esistenza di civiltà extraterrestri ma che anzi suppongono possibili visite nell’antichità, sul nostro satellite e sulla Terra e troviamo da Carl Sagan, ai Nobel Carl Pauling, Lester Pearson, Francis Crick, Kary Mullis, ai vari Lederberg, Asimov, Shklovskii, Kardashev, Micho Kaku fino a Paul Davies, Gabriel Funes e Guy Consolmagno e le recenti dichiarazioni di Stephen Hawking atterrito e non solo lui, dalla possibilità dell’arrivo di ET sul nostro pianeta, per non parlare per il cambio di atteggiamento sugli ET da parte dell’Inaf, dove nel loro sito viene ospitato un articolo del taglio particolare, ET parla, ma nessuno lo ascolta. Da ultimo le ipotesi della possibilità che gli alieni occultino la loro presenza o quella dei loro pianeti con raggi laser.

Sembrano ipotesi antitetiche, e forse qui sta il vero cambio di paradigma nell’atteggiamento della scienza verso argomenti scomodi ed economicamente infruttuosi, ma come sosteneva il filosofo Eraclito: “Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti”. Forse l’ostacolo primario è quello che H. Spencer sintetizzava magnificamente con questa frase “Vi è un principio che ostacola qualsiasi informazione, questo principio è il disprezzo prima dell’indagine. Speriamo che le nuove scoperte e la nuova corsa spaziale rompano i vecchi schemi e accompagnino l’umanità verso scenari inediti.

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