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Ascanio Day, Twitter e Facebook rispolverano la hit iraniana “esce ma non mi rosica (Hey lascia entrare Ascanio)

Giunti alla data convenuta, l'hashtah #AscanioDay entra in Top Trend su Twitter e il video viene condiviso con l'appello a far entrare Ascanio. La sua puntualità non perdona, un po' come l'hashtag #unapoltronaperdue il 24 dicembre

di Giuseppe Pagano

L’8 gennaio potrebbe essere una data come tante altre, ma non per la Rete. Ricorre infatti l’Ascanio Day, il giorno in cui Twitter e Facebook tornano a rispolverare la hit iraniana italianizzata “Esce ma non mi rosica (Hey lascia entrare Ascanio)”. Il video del brano fu caricato la prima volta su Youtube alla fine del 2008, recuperando “Paria”, un vecchio cavallo di battaglia del cantante persiano Shahram Shabpareh con la featuring di Andy & Kouros. Il testo è stato arrangiato con frasi italiane, perlopiù accostate senza alcun senso compiuto, ma solo per assonanza con il cantato in lingua originale.

Il testo, che mette alla prova anche i più consumati critici letterari, racconta della vicenda drammatica di Ascanio, un uomo che è stato lasciato fuori casa dalla moglie Jole alle prese con un bimbo con l’herpes. Ma questo è solo una delle possibili letture del testo. A complicare la situazione c’è anche un “Giralo là, che chiamo Miccoli! / Alza l’antenna: ho detto Miccoli!”. Le tinte dance-melodiche da epoca pre-khomeinista unite ad un testo surreale e a scene improbabili con tentativi di abbordaggio ne fanno un capolavoro trash esilarante che va obbligatoriamente ricondiviso nell’Ascanio Day. La motivazione di questa data è contenuta nelle rime sibilline delle lirica stessa: “Hey, lascia entrare Ascanio, / dall’otto di gennaio! / Perciò, limarla è tosta: / esce, ma non mi rosica!”

Giunti alla data convenuta, l’hashtah #AscanioDay entra in Top Trend su Twitter e il video viene condiviso con l’appello a far entrare Ascanio. La sua puntualità non perdona, un po’ come l’hashtag #unapoltronaperdue il 24 dicembre. L’autore del video risponde al nome di Celestino Camicia, il quale otto anni fa aveva già portato ad un discreto successo la canzone russa italianizzata “Nado Zhe” di Alla Pugacheva, che all’epoca della Perestrojka andava forte come la Pepsi. Anche lì stesso modus operandi: trascrizione fonetica di come suonerebbe la canzone in un ipotetico italiano d’avanguardia che farebbe invidia a Marinetti.

Deboscio a parte, l’Ascanio Day è anche un’occasione per un tuffo nella storia del pop iraniano. Infatti Shahram Shabpareh non è stato proprio una meteora nella scena musicale persiana, e parlano i milioni di dischi venduti in tutto il mondo. La sua biografia s’intreccia anche con i grandi sconvolgimenti politici dell’Iran moderno. Infatti il suo genere musicale, prevalentemente pop, fu bandito all’avvento della rivoluzione islamica del 1979, facendone di fatto un esule in terra californiana sino ai giorni nostri. Gli anni Settanta in cui mosse inizialmente i suoi passi Shahram Shabpareh furono la cosidetta “Golden Age” del pop iraniano, in cui si mossero svariati solisti e band cresciuti all’ombra della star Vigen Derderian. Ora che questa stagione musicale è definitivamente tramontata e che persino Miccoli non gioca più, è giusto tenere alta la memoria con l’evergreen “Esce ma non mi rosica” al grido de “Il Lasonil ci brucia!

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