“Se non vuoi che qualcosa si sappia, non pensarla nemmeno“. È il commento che si lascia sfuggire un alto prelato Vaticano il giorno dopo la notizia degli arresti di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, accusati di aver divulgato documenti e registrazioni riservate del Papa. Documenti che, secondo gli investigatori vaticani, sarebbero quelli contenuti nei libri Via crucis (Chiarelettere) di Gianluigi Nuzzi e Avarizia (Feltrinelli) di Emiliano Fittipaldi di imminente uscita in libreria, dalle cui anticipazioni si torna a respirare un pesante clima di veleni dentro i sacri palazzi. Un clima che molti credevano essere superato dopo il processo, nel 2012, all’ex maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, che aveva passato alla stampa documenti riservati di Ratzinger, diversi di essi contenuti nel precedente libro di Nuzzi Sua Santità.

Fonti vaticane raccontano di un Bergoglio abbastanza arrabbiato per la fuga di documenti, ma anche molto amareggiato e preoccupato delle conseguenze che può provocare la loro imminente divulgazione. Il Papa teme un vero e proprio tsunami di sfiducia interna che può creare un forte clima di tensione e rendere difficile portare avanti le riforme economiche e curiali. Francesco teme anche che queste divulgazioni possano creare una forte contrapposizione tra il pontificato di Benedetto XVI e il suo operato. Un clima cupo di sospetti e veleni tra i principali collaboratori di Bergoglio che, come ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, hanno commesso “un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa”. Tra gli impiegati in Vaticano, però, alla vigilia della pubblicazione dei libri di Nuzzi e Fittipaldi, c’è grande agitazione perché temono che documenti che li riguardano siano divulgati in questi volumi e possano danneggiare il loro operato e la loro carriera.

Nei sacri palazzi si inizia a parlare di nomine papali sbagliate quando nel 2013, pochi mesi dopo l’inizio del suo pontificato, Francesco scelse monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui rispettivamente come segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede. Organismo successivamente sciolto dopo il compimento del suo mandato e la nascita della Segreteria per l’economia. Una “strana coppia” come la definiscono in Vaticano “che – ragionano in molti dentro le Mura leonine – forse andava allontanata già da diverso tempo”. In molti dentro i sacri palazzi, infatti, si domandano perché monsignor Vallejo Balda e Francesca Chaouqui non siano stati messi fuori le mura già quando nell’aprile del 2014, durante la cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, i due organizzarono un buffet con vista su piazza San Pietro per 150 selezionatissimi invitati vip sulla terrazza della Prefettura degli Affari economici, di cui il prelato spagnolo era segretario. Il tutto, con inviti con stemma della Santa Sede, fatto all’insaputa dell’allora superiore di Vallejo Balda, il cardinale Giuseppe Versaldi. Le foto del monsignore spagnolo vicino all’Opus Dei che dava la comunione con bicchieri di vetro agli ospiti, tra i quali Bruno Vespa, Roberto D’Agostino, l’allora presidente dello Ior Ernst von Freyberg, fecero infuriare non poco Bergoglio.

Dal punto di vista giudiziario il Papa è destinato ad andare fino in fondo e ad appurare la verità sui corvi e sugli eventuali loro complici. “Nessuna misericordia“, ripetono a Casa Santa Marta. “Il Papa – sussurrano i suoi più stretti collaboratori – ne ha avuta fin troppa”. Intanto, Francesca Chaouqui, che ha dichiarato di essere incinta, negli interrogatori con i magistrati vaticani si sarebbe difesa attaccando Vallejo Balda e dichiarando che è lui la mente delle operazioni. Sul suo profilo Facebook scrive: “Non sono un corvo, non ho tradito il Papa. Non ho mai dato un foglio a nessuno. Mai a nessuno. Emergerà presto ne ho la certezza e la totale fiducia negli inquirenti. Non c’è niente che abbia amato e difeso più della Chiesa e del Papa. Neanche la mia dignità. Avrei potuto stare a casa e non presentarmi in Vaticano ma come sempre ho anteposto il Papa a qualsiasi cosa. Adesso le cose andranno a posto. Niente compatimenti per favore, io sono a testa alta, niente di cui vergognarmi”.

Twitter: @FrancescoGrana

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