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Latte artificiale: un altro cartello? Siamo in Bosnia-Erzegovina questa volta. Al centro della questione c’è il marchio tedesco Humana, del gruppo Dmk (Deutsches milchkontor gmbh), il più grande in Germania nel settore lattiero-caseario e uno dei più importanti al mondo.

La storia la raccolgo da un’amica italiana, con una figlia di nove mesi, di rientro dal Paese balcanico. Una confezione di Humana 2, il latte per lo svezzamento indicato dal sesto mese del bambino fino al 12esimo, viene venduto in confezioni da 500 gr con sfondo bianco e verde chiaro. Le nostre invece sono da 800 gr di colore bianco e azzurro. Il dosaggio è il medesimo: per i lattanti che pesano oltre sette chili, per esempio, sono consigliati sette misurini di latte in polvere da sciogliere in 210 ml di acqua.

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Il punto è che il misurino è diverso: quello in Bosnia contiene 6 gr di prodotto, il nostro 4. Quindi, a rigor di logica, le famiglie bosniache devono consumare una quantità maggiore di latte in polvere per ottenere la stessa soluzione. C’è qualcosa che non torna, non vi pare?

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Prima di gridare allo scandalo, controlliamo la tabella nutrizionale. Uno a questo punto si immagina di trovare valori diversi. Invece sono identici, tranne in pochissimi casi in cui la variazione è minima, e sembra non giustificare la capacità differente dei due misurini. Prendiamo le chilocalorie: 68 nel latte per l’Italia; 66 in quello per la Bosnia. La vitamina A: 67 µg; 64 µg. La B12: 0,18 µg; 0,21µg. Ma i grassi sono gli stessi: 3,3 gr. Come i carboidrati: 7,9 gr. Le proteine: 1,4 gr. Il calcio: 68 mg. Il potassio: 71 mg. La vitamina D: 1,1 µg. La vitamina C: 11 µg. Eccetera, eccetera. La confezione è prodotta in Germania, come la nostra, e importata dalla Slovenia.

Non solo. Il prezzo al grammo è quasi lo stesso. Là è di circa 7,50 euro per 500 gr, pari a 0,015 centesimi al grammo. Qui circa 13 euro per 800 gr (dico circa perché si trova anche a meno o più caro), pari a 0,016 centesimi al grammo. Eppure il potere d’acquisto è di gran lunga inferiore (lo stipendio medio, mi riferisce la mia amica, è di 150/250 euro). E poi la confezione finisce prima. Considerando due poppate al giorno, i due misurini diversi e le dosi sopra, dura sei giorni contro i nove di quella italiana. Facendo una proporzione, la famiglia bosniaca spende 2,5 euro in più di quella italiana per una confezione. Che moltiplicato per cinque, cioè per il numero di confezioni acquistate in un mese, fa 12,50 euro. La faccenda si commenta da sé.

Vi ricordate come è andata da noi? Era il 2004. L’Italia pagava il latte artificiale fino al 400 per cento in più rispetto agli altri Paesi stranieri. L’anno successivo Federfarma decise di boicottare le aziende produttrici (Humana, Nestlè, Nutricia, Milupa, Plada e Abbott) mettendo sul mercato una versione low cost, Neolatte, che costa circa 10 euro per 800 gr.

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