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Pubblicità online, è guerra aperta tra operatori telefonici e motori di ricerca

Secondo il Financial Times, una compagnia ha già installato nei suoi data center un software capace di bloccare le inserzioni dei giganti del web sulle sue reti. Il sistema non è ancora operativo e verrà attivato prima della fine dell'anno riducendo visibilità delle web company su supporti mobili come telefonini e tablet
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È guerra aperta fra gli operatori telefonici e i big di internet come Google, Aol e Yahoo. Secondo quanto riferito dal quotidiano Financial Times, un grande operatore europeo ha già installato nei suoi data center un software capace di bloccare la pubblicità dei giganti del web sulle sue reti. Il sistema non è ancora operativo e verrà concretamente attivato prima della fine dell’anno riducendo visibilità della pubblicità delle web company su supporti mobili come telefonini e tablet senza interferire con applicazioni come Facebook o Twitter.

Il software capace di selezionare la pubblicità è stato sviluppato dalla start-up israeliana Shine, che è già in trattative con diversi operatori telefonici internazionali. “Se il fenomeno si diffonde, ci sarà un impatto devastante sull’industria pubblicitaria online”, ha spiegato all’FT Roy Carthy, responsabile marketing di Shine, azienda partecipata da Horizon Ventures, fondo d’investimento del magnate cinese Li-Ka Sking, proprietario del gruppo di telecomunicazioni Hutchison Whampoa e dell’operatore italiano H3G.

Attualmente, secondo le stime della società di ricerca eMarketer, la pubblicità su apparecchi mobili vale circa 69 miliardi di dollari, cifra raddoppiata nel giro di due anni. Si tratta di un business allettante persino per le società di telecomunicazioni come testimonia il fatto che il più grande gruppo di telecomunicazioni statunitense, Verizon, abbia deciso di comprare la web company Aol per mettere un piede nel mercato.

Tuttavia non è detto che la soluzione Shine possa davvero avere una tale diffusione da mettere in crisi colossi come Google o Aol anche perché l’uso del filtro sulla pubblicità potrebbe generare ripercussioni legali o magari bloccare nuove applicazioni in arrivo sul mercato. Dal canto suo, Google ha già fatto sapere che sarebbe irragionevole per gli operatori utilizzare filtri che rischiano di rendere inutilizzabili video-streaming o webmail. Ma a scanso di equivoci, il gigante americano ha deciso di presidiare in prima persona il mercato telecom lanciando negli Stati Uniti un suo operatore wireless, Project Fi.

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