Nella sua prima vita era un poliziotto. Poi ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla creazione di un sito di incontri gay, facendo coming out in un Paese che ha depenalizzato le relazioni tra persone dello stesso sesso solo nel 1997. E la sua omosessualità è stata il trampolino di lancio per una seconda vita, che lo ha trasformato in un imprenditore del web.

Geng Le nel 2012 ha lanciato Blued, una app per incontri gay online – concorrente di Grindr e mirata a fare incontrare partner sessuali – e ha raggiunto 15 milioni di utenti, di cui 12 soltanto in Cina. Di recente è riuscita a raccogliere 30 milioni di dollari di venture capital. Fondi che Geng Le utilizza anche per collaborare col governo e diffondere la cultura della prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili e in particolare dall’Hiv. Prima di Blued, però, l’ex poliziotto aveva ideato nel 2000 Danian, uno dei primi siti gay in Cina, seguito nel 2006 dal portale per appuntamenti gay Bf99.

“Mi sentivo come se fosso l’unico ragazzo gay al mondo”, racconta Geng Le in un’intervista a Vice in cui ripercorre le tappe della sua carriera da imprenditore 2.0 e il suo percorso di coming out. La decisione di lanciare Blued deriva da una richiesta diretta. “All’epoca alcuni gay in Cina usavano una application chiamata Jack’d, che era americana. Dunque interamente in inglese. Molti dei miei amici mi chiesero di lanciare la versione cinese”.

E così nel 2012 è nata Blued. Ma, alla domanda se non si sia pentito di avere creato una app per trovare partner sessuali e non per soli incontri spiega: “E’ una scelta degli utenti – sono adulti e non li giudichiamo. Ma noi che lavoriamo alla app vogliamo che sia anche un modo per condividere amore e sentimenti, non solo sesso”.

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