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Marò, Corte suprema indiana respinge istanze. Napolitano contrariato

I due fucilieri del San Marco chiedevano l'attenuazione delle condizioni della loro libertà provvisoria. Il presidente della Corte ha sostenuto che l'istanza non poteva essere accettata perché l'inchiesta della morte dei due pescatori "non è finita"
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Ennesimo no della giustizia indiana ai due marò. La Corte Suprema indiana ha respinto le istanze presentate dai due Fucilieri italiani del San Marco Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Latorre chiedeva un’estensione del suo soggiorno in Italia, accordatogli dopo l’ictus che lo aveva colpito a settembre. Il suo permesso scadrà il 13 gennaio. Girone chiedeva invece il permesso della Corte per poter trascorrere le festività natalizie in Italia. Come riporta la stampa locale, la Corte indiana ha sostenuto che tali richieste non verrebbero contemplate in nessuna parte del mondo. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si dice “contrariato” dalla decisione.

Il presidente della Corte H.L. Dattu ha sostenuto che la richiesta non poteva essere accettata perché l’inchiesta della morte dei due pescatori “non è finita” e “i capi di accusa non sono stati ancora presentati”. “Anche le vittime – ha concluso – hanno i loro diritti”.

Sul rifiuto della corte interviene il Quirinale. “Il presidente della Repubblica – si legge in una nota del Colle – fortemente contrariato dalle notizie giunte da Nuova Delhi circa gli ultimi negativi sviluppi della vicenda dei Marò resterà in stretto contatto con il governo e seguirà con attenzione gli orientamenti che si determineranno in Parlamento”.

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