Eva da 12 anni vive in carrozzina e da qualche settimana, per poter arrivare in classe nella scuola media Garibaldi di Agrigento, deve accedere attraverso l’ingresso di un’altra scuola. Per eliminare quegli “ostacoli” che pongono un limite alla sua vita, sua madre, Giovanna Librici, è in lotta da oltre cinque mesi con il Comune di Agrigento che il 9 settembre scorso è stato condannato con un’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale ad “eliminare le barriere architettoniche presenti negli spazi interni ed esterni” in modo da consentire l’accessibilità e la vivibilità da parte dell’allieva. Un’odissea senza fine.

“Il Tar – spiega l’avvocato Giuseppe Impiduglia che ha presentato l’istanza cautelare per conto dell’Associazione Nuove Ali di cui la mamma di Eva è vice presidente – ha ordinato l’eliminazione delle barriere architettoniche entro 15 giorni dalla notifica dell’atto. Nel caso di inadempimento ha nominato il Prefetto della provincia d’Agrigento affinché agisca in via sostitutiva, con oneri a carico del Comune”. Così è stato. Trascorse le due settimane, a scuola non si è fatta vedere un’anima dal municipio. Non un tecnico comunale, non un cantoniere. “Siamo nelle mani di nessuno. In queste ore – spiega la madre di Eva – mi recherò in Prefettura. Ma quanto dovrò aspettare ancora per avere un diritto sacrosanto?”.

La vicenda nasce nello scorso mese di gennaio. La signora Librici che è anche insegnante di sostegno proprio alla Garibaldi da due anni, decide di iscrivere Eva al suo istituto per facilitare una serie di spostamenti. A giugno, a far tempo dell’inizio dell’anno scolastico, prende carta e penna e presenta una richiesta al Comune affinché l’ascensore guasto venga ripristinato e le barriere rimosse. Eva che vive sulla sedie a rotelle da quando è nata a causa di una paralisi cerebrale infantile, finora non ha trovato alla scuola primaria di Raffadali, dove vive, alcun problema. Ma stavolta qualcuno sembra non voler ascoltare l’appello della mamma. A luglio Giovanna Librici presenta il ricorso al Tar che il 23 dello stesso mese, nella prima udienza, dà un mese di tempo all’amministrazione per assolvere i propri compiti. Non accade assolutamente nulla. Il 9 settembre scorso l’ultimo atto: il Tar siciliano condanna il Comune al pagamento delle spese processuali e ordina “l’attuazione di tutti gli interventi per Legge dovuti al fine di rimuovere, superare ed eliminare le barriere”.

La mamma di Eva non si arrende. Da cinque anni con Caterina Santamaria dell’associazione Nuove Ali, combatte per i diritti di sua figlia e di tutti i bambini diversamente abili. “La mia piccola sta frequentando comunque le lezioni. Per poter arrivare in classe ho chiesto e ottenuto dalla dirigente della scuola di poter accedere dall’ingresso del liceo che confina con la media Garibaldi. Le sembra giusto?”. Giovanna Albrici sa che Agrigento è commissariata e si duole del fatto di non aver mai visto l’intervento nemmeno di chi sta in questo momento al posto del sindaco: “Ora ci rivolgeremo al rappresentante del governo sul territorio ma non credo ai miracoli. Se in tre mesi non hanno fatto nulla, figuriamoci….”. Intanto è pronta una nuova battaglia, sempre contro il Comune: nei giorni scorsi la madre di Eva ha presentato una nuova istanza al Tar per la mancanza dell’assistente igienico sanitario a scuola. “Avevo chiesto – spiega la mamma – già a giugno questa presenza ma non è mai arrivata”.

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