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Disabili: prove tecniche di classi differenziali

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Le classi differenziali per i disabili stanno riaffacciandosi nella scuola italiana. Questo sta accadendo alla chetichella nella provincia di Napoli, cercando di contenere le proteste, peraltro contenute, degli addetti ai lavori. Per realizzare un golpe nel sistema scolastico inclusivo al quale l’Europa e l’Occidente tutto guarda ancora oggi con attenzione, si è scelto di far finta di niente, di lasciare che il fatto accada senza clamori particolari. Lo schema è quello classico: si identifica un piccolo comune, un istituto comprensivo, una classe della scuola primaria e, progressivamente, se ne  stravolge la composizione.

Oggi, infatti, nella classe Terza sez. A dell’Istituto comprensivo De Ruggiero di Brusciano risultano iscritti quattro alunni disabili su un totale di ventidue. La scuola ha provato, invano, con gli strumenti a disposizione,  a chiedere quello che in un Paese normale dovrebbe accadere in tali circostanze: lo sdoppiamento della classe. Il csa di Napoli (leggasi il provveditorato) non ha ritenuto di dovere fare nulla e quindi, con tutta evidenza, da settembre a Brusciano partirà un’esperienza pilota di distruzione della scuola dell’inclusione.

Quando fummo, qualche mese fa, invitati ad intervenire ebbi l’ingenuità di credere che una soluzione l’ufficio scolastico regionale ed il csa l’avrebbero trovata. Ingenuità appunto. Oggi sappiamo quello che succederà per 22 alunni di cui 4 con disabilità medio-gravi (il lettore scusi questa orribile precisazione alla quale peraltro la Pubblica amministrazione è molto sensibile) dal prossimo mese di settembre. Ci sarà un insegnante di sostegno,  probabilmente non di ruolo e poco specializzato e uno spazio “separato” nel quale i quattro bambini disabili trascorreranno il tempo scuola.

Forse qualche genitore di bambino normodotato e qualche insegnante guardando la scena che si ripeterà tutti i giorni con la “deportazione” (il termine non è casuale) al mattino dei bambini disabili osserverà compiaciuto e/o indifferente quello che accade agli “altri”. Qualche esperto del ministero in viale Trastevere forse è già all’opera per riproporre la geniale idea delle scuole polo per i disabili e, statene pur certi, citerà ad esempio virtuoso la scuola De Ruggiero di Brusciano.

P.s. E’ singolare che questo accada a distanza di poco tempo dall’incontro che la associazione Tutti a scuola ha avuto con 22 parlamentari della città di Berlino venuti a Napoli a scoprire i pregi ed i limiti della scuola dell’inclusione italiana. Forse è arrivato il momento di intervenire per il ministro Giannini e l’on. Faraone. Altrimenti qualcuno dovrà spiegare alla signora Merkel che il modello della scuola inclusiva italiana che stanno pensando di attuare finalmente anche in Germania si è fermato a Brusciano.

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