Alla fine, i malvagi “partitini” si sono comportati responsabilmente, con serietà e con moderazione (forse anche troppa), mentre i famosissimi “garanti” non hanno garantito un bel niente: dall’ottimo Camilleri, incazzato perché non abbiamo messo in lista la Sonia Alfano alla nobile Spinelli “Decido-Io”. Vabbé. Tutto sommato, abbiamo mandato una parlamentare in Europa, e siamo riusciti a farne mandare due a “La Repubblica”, che certo è sempre meglio di Iva Zanicchi. Cedo adesso alla tentazione del “l’avevo detto io”. Non era meglio, amici di Rifondazione e di Sel, impostare *insieme* questa campagna elettorale, sapendo che se non si stava uniti le botte sarebbero arrivate da “amici” e da nemici?
Va bene, non ne parliamo più. Ma adesso? Adesso bisogna correre più veloci della Spinelli. Organizzarci formalmente, comitato per comitato e città per città, con idee molto chiare e che non consentano equivoci per nessuno.
1) Vogliamo costituire anche in Italia un partito unitario di sinistra, esattamente come Syriza in Grecia.
2) Questo partito non vuol emarginare nessuno, e in particolare intende assorbire e non distruggere le formazioni tradizionali come Sel e Rifondazione;
3) Questo partito è aperto anche alle componenti serie della società civile (con cui Spinelli e Maltese non hanno nulla a che fare): comitati, gruppi di volontariato, scuole di quartiere, antimafia;
4) Sarà poco ideologico, ma molto combattivo; poco parlare di Renzi e molto di Marchionne;
5) Non un sogno infinito, ma un progetto preciso: assemblee unitarie a settembre e ottobre; incontri operativi su tutti i territori fra le componenti e i militanti almeno ogni settimana per sei mesi; costituzione formale fra poco meno di un anno. Quando? Ma il Primo Maggio!