Uno degli ultimi disegni di legge approvati dal Governo Letta prevede una serie di sconti sull’assicurazione auto in cambio di alcuni obblighi per assicurato. Certo, i premi Rc auto italiani sono tra i più alti d’Europa. Ma la soluzione per ridurli è favorire un mercato più concorrenziale.
di Donatella Porrini (Fonte: lavoce.info)
Gli sconti del governo
Su proposta del ministro Flavio Zanonato, il 6 febbraio scorso è stato approvato un disegno di legge riguardante le polizze Rc auto che prevede una serie di sconti per gli assicurati. Non sappiamo se il nuovo Governo porterà avanti la proposta, ma conviene comunque analizzarla perché suggerisce alcune riflessioni.
Partiamo dagli sconti, a elencarli è il comunicato del Consiglio dei ministri: sconto del 7 per cento, sulla media dei prezzi regionali, per l’applicazione della scatola nera; sconto del 5 e del 10 per cento per risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate; sconto del 4 per cento per il divieto di cessione del diritto al risarcimento; sconto del 7 per cento per prestazioni di servizi medico-sanitari resi da professionisti convenzionati con le imprese assicurative.
Il totale delle riduzioni previste dalla proposta è del 23 per cento. Sempre secondo il comunicato, “per esempio: chi pagava un premio Rc auto di 1.000 euro all’anno, avrà una decurtazione a 770 euro”.
La prima perplessità riguarda lo sconto per la scatola nera che, dovendo essere applicato alla media regionale (della singola compagnia o di tutte?) si può supporre sarà una somma fissa prevista nelle polizze di ogni Regione. Anche se, allora, per ogni singolo assicurato lo sconto effettivo non sarebbe del 7 per cento, come invece risulta dal calcolo precedente.
Per quanto riguarda la seconda tipologia di sconto per il risarcimento in forma specifica, si sono già registrati numerosi commenti negativi per una sorta di “discriminazione” a danno delle carrozzerie che non rientrino nel novero di quelle convenzionate.
Come abbassare i premi
Ma queste non sono le sole perplessità. In primo luogo, è veramente necessario un intervento del Governo che stabilisca come le imprese debbano fare degli sconti ai propri clienti? Ed è questo il modo migliore di intervenire in un mercato per raggiungere l’obiettivo di abbassare i prezzi per i consumatori?
È vero che viviamo in un paese dove non si possono fare liberamente i saldi perché esiste una disciplina legislativa, ma questo intervento è così anomalo che non si riesce a trovarne di simili in altri settori.
Si potrebbe pensare che gli estensori della proposta non conoscano la teoria economica della concorrenza, per la quale le imprese cercano nel loro interesse di abbassare i prezzi per attirare un maggior numero di clienti (anche attraverso la pratica degli sconti); se ciò non avviene, come nel mercato assicurativo, questo dovrebbe evidenziare l’esigenza di interventi per aumentare la concorrenza e non per “imporre” gli sconti.
Più realisticamente, crediamo che gli estensori della norma conoscano bene la teoria della concorrenza e siano però convinti che il mercato assicurativo non ne presenta le caratteristiche, anche perché è quello che è stato affermato a più riprese dalla nostra Autorità antitrust. (1)
Certamente il livello dei premi Rc auto italiani, tra i più alti d’Europa, impone qualche iniziativa. Ma, invece di agire per favorire un mercato più concorrenziale (nel senso indicato in altri contributi su lavoce.info), si interviene sul rapporto compagnia-assicurato.
E così a chi voglia avere uno sconto si impone di tenere un comportamento che finisce per limitare ancora di più le scelte del consumatore stesso, obbligato a installare una scatola nera e a recarsi dal carrozziere e dal medico indicato dalla compagnia.
Anche se si fosse d’accordo sul fatto che le frodi siano il motivo principale dell’elevato livello dei premi, questo sarebbe l’ennesimo schiaffo alla teoria della concorrenza, perché in un mercato competitivo dovrebbero essere le stesse imprese a perseguire le frodi, sempre con l’obiettivo di abbassare i prezzi.
Al di là di questo disegno di legge, per ora bloccato dalla crisi di Governo, l’auspicio è che prima o poi anche in Italia si possa assistere a interventi volti a rimuovere le vere cause dell’elevato livello dei premi Rc auto.
(1) “Indagine conoscitiva riguardante la procedura di risarcimento diretto e gli assetti concorrenziali del settore Rc-auto” – IC42, Provvedimento n. 24218, 6 febbraio 2013.
Bio dell’autore – Donatella Porrini
Professore Associato di Politica Economica presso il Dipartimento di Scienze dell’Economia – Università del Salento. Ha inoltre incarichi di insegnamento presso l’Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza. Svolge ricerca nell’ambito dell’analisi economica del diritto, in particolare sui sistemi di regolazione in campo ambientale, e sui mercati assicurativo e bancario. Su questi temi ha pubblicato numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali tra gli ultimi: “The Impact of Court Errors on Liability Sharing and Safety Regulation for Environmental/Industrial Accidents” con M. Boyer sulla International Review of Law and Economics.