Ci saremo, come Articolo21, all’assemblea “per la Costituzione” convocata a Roma, tra gli altri, da Stefano Rodotà, da Lorenza Carlassare, da Maurizio Landini, da Gustavo Zagrebelsky, da decine e decine di associazioni e comitati che hanno a cuore il bene comune e non intendono assistere in silenzio alla sua possibile svendita.

I teorici della grande alleanza con Berlusconi per “Salvare l’Italia e cambiare la Costituzione” non ci hanno convinto.
Volete voi impedire l’ammodernamento del paese?
Volete conservare il Porcellum?
Vi vanno bene due Camere uguali?

“Conservatori, siete solo conservatori…professionisti del conflitto…”, questa la bolla finale di scomunica da parte di chi sostiene non solo Letta, ma anche Alfano, a proposito di professionisti…
Ci sono o ci fanno?
Per cambiare il Porcellum, distinguere i lavori delle due Camere, e magari risolvere il conflitto di interessi, non é affatto necessario promuovere commissioni speciali e tanto meno cambiare l’articolo 138 della Costituzione, perché, almeno a parole, esistono maggioranze vastissime.

La necessità di “manomettere” la Carta e di farlo subito non discende da una volontà di intelligente manutenzione, come direbbe Stefano Rodotà, ma dalla decisione di toccare punti nevralgici: dalla giustizia al lavoro, dalla forma di governo al ruolo del presidente della repubblica. Queste, peraltro, sono le dichiarate intenzioni della destra forzista e non solo.

Non solo dunque sono inaccettabili le ipotizzate modifiche al testo ma, se possibile, il contesto é ancora peggiore.

Davvero qualcuno si puó fingere di confondere De Gasperi con Berlusconi?
Davvero si può pensare di mettere mano alla Costituzione, cioè di “manomettere”,con chi ha marciato contro i tribunali ed ora invoca l’agibilità politica per chi è stato condannato in via definitiva?
Chi ritiene praticabile questa strada è il vero conservatore, perché vuole conservare vecchi ed arcaici equilibri di potere fondati sul mantenimento sotto altro nome dei gruppi e delle logge che hanno fatto e soprattutto sfatto l’Italia.

Questa manovra va contrastata con durezza inaudita, e su questo sarebbe bene che si sfidassero e parlassero apertamente anche i tanti candidati alle prossime primarie del Pd, a cominciare da Renzi. Per tutte e queste ragioni saremo presenti alla assemblea dell’8 settembre e alla grande manifestazione del prossimo 5 ottobre. Nel frattempo raddoppieremo gli sforzi per arrivare a quota 500 mila firme sotto la petizione “Non vogliamo la riforma della P2”.

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