Enrico Letta parla di corda in casa dell’impiccato. ”Credo che in autunno presenteremo un importante piano di privatizzazioni“, ha annunciato il premier italiano proprio mentre si trova in Grecia, dove il governo sta tentando con scarso successo di fare cassa vendendo aziende pubbliche, come conferma l’asta deserta di giugno per il gigante ellenico del gas Depa. Torna così attuale il tema delle privatizzazioni, dopo che lo scorso 19 luglio anche il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha avvertito che “non è escluso che il Tesoro decida di cedere quote di società pubbliche – incluse Eni, Enel e Finmeccanica – per ridurre il debito”.

Letta, durante una conferenza stampa congiunta con il premier greco Antonis Samaras ad Atene, ha poi lanciato una frecciata a Bruxelles, dichiarando che “non ho dubbi: sulla Grecia ci sono stati forti errori della Ue, con strumenti e tecniche sbagliate. Senza modi e tempi giusti che hanno contribuito ad un avvitamento della crisi”. Senza questi errori, ha aggiunto, “sarebbe stato diverso, avremmo evitato un disastro finanziario e perdita di lavoro”.

Nel futuro dell’Ue, secondo il presidente del Consiglio, serve quindi “una risposta più politica fatta di impegni e risultati: non solo tecnicismi e formule, perchè dietro i numeri ci sono le persone e i drammi”. ”Deve essere chiaro che i sacrifici non sono sacrifici fini a se stessi, non sono l’obiettivo, ma lo strumento per arrivare alla terra promessa“, ha spiegato, lodando i sacrifici fatti dal governo greco e annunciando che la presidenza italiana della Ue del prossimo anno “lavorerà molto su questo tema”.

Arrivando ad Atene, Letta a iniziato il discorso facendo sapere che “sono qui per dare un forte incoraggiamento alla Grecia” e ha parlato di “segnali” che permettono di sperare che l’uscita della Grecia dalla crisi “stia accadendo o possa accadere”. Ora “è importante che torni la fiducia, tornino gli investimenti”, ha aggiunto, assicurando che “l’Italia è al fianco della Grecia per evitare altre crisi e per garantire il rispetto degli impegni“.

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