Franca Rame, mi sarà difficile parlarne al passato
La prima volta che ho visto sotto una luce positiva una che aveva poco meno dell’età di mia madre. Le disprezzavo, le donne adulte. Oppure mi facevano pena. Primi anni settanta, Milano, Palazzina Liberty: la guardo in scena, fuori scena, così appassionata, così ironica, così pienamente felice. Energica. Buffa. Con quel compagno “nella vita e nell’arte” che le sprigiona accanto un eros sgangherato e magnifico, che non la lascia mai. Capisco che anche “da grandi” si può essere invidiabili. Scoperta folgorante.
La seconda non è da meno: Franca Rame è bella. Bella in modo tradizionale, piena, bionda, curvilinea, procace.
Molti anni dopo, e per anni, ci troviamo insieme sull’astratto proscenio di tante petizioni e mozioni e lettere aperte. Frequento più la sua firma che il suo teatro. Firmiamo insieme. Contro le stesse derive, con le stesse speranze militanti.