Cercansi disperatamente genitori per il rinnovo dei consigli di classe, d’istituto. Ecco anche quest’anno il disperato appello per trovare qualche mamma o papà che entrino a far parte dei cosiddetti organismi della partecipazione che in realtà di partecipativo hanno ben poco. Difficile  trovare genitori che hanno voglia di partecipare: ogni anno noi insegnanti dobbiamo pregarli perché entrino a far parte dei consigli di classe. Le elezioni sono quasi sempre bulgare: un solo candidato che tutti votano. In sette anni d’insegnamento non ho mai visto una volta un genitore che avesse il desiderio reale di partecipare. Così per i docenti: difficile ormai trovare chi ha voglia di entrare a far parte del consiglio d’istituto. Alcuni vengono captati, scelti per imposizione dirigenziale. Ma perché siamo arrivati a questo punto?

Forse perché la parola “partecipazione” è solo sulla carta. I genitori spesso sono spettatori. Stanno sugli spalti e di tanto in tanto sono chiamati a consigli di classe o intersezione a ratificare le scelte già prese da altri. Eppure i consigli di classe dovrebbero costituire la sede di più diretta collaborazione delle componenti scolastiche per migliorare la realizzazione degli obiettivi educativi. Così i consigli di istituto dove le diverse componenti sono chiamate a decidere sul Piano dell’offerta formativa, sul regolamento, sul calendario, sull’orario, sulle attività di sostegno e di recupero oltre alle decisioni definitive in ordine all’ambito finanziario e organizzativo della scuola. Ma non è così. Spesso i genitori, anche in questo caso, ratificano quanto deciso dal dirigente.

Va pertanto preso atto che questi organismi di partecipazione non funzionano. Il Ddl 953 che dovrebbe avere l’intento di riorganizzare gli strumenti della partecipazione, rischia di cancellarli definitivamente. Eppure oggi più che mai abbiamo bisogno dei genitori, di renderli partecipi perché la scuola va fatta insieme: bambini, maestri, genitori, dirigenti, enti locali.

Non dobbiamo rottamare i genitori ma renderli protagonisti, attori. Nella mia scuola ideale il papà di Marco se sa suonare il violino può diventare protagonista; con mamme e papà vorrei condividere come valutare i loro figli; con i genitori dei miei allievi vorrei valutare gli errori che reciprocamente compiamo. Al di là dei Pof che la maggior parte dei genitori non conoscono. Non dimenticherò mai quella volta che un gruppo di mamme alle 8,30 del mattino si presentò a scuola per chiedermi in quale materia rientrava la lettura dei nomi delle vittime di mafia. Risposi loro lasciandole attonite: “Avete letto il Pof?”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Un corvo al ministero dell’Istruzione? Profumo manda gli ispettori

next
Articolo Successivo

Scuola, il fumogeno del ministro Profumo

next