Secondo le stime del primo Cst (Conto Satellite del Turismo, progetto promosso dall’Osservatorio Nazionale del Turismo), che risalgono ormai al 2010, il peso del turismo sull’economia del nostro Paese si aggira intorno al 6% del valore aggiunto totale, con una incidenza del settore sull’economia generale molto vicina al settore delle costruzioni. Il turismo, dunque, al netto della grave situazione di depressione generale, è tra le industrie più rilevanti nel nostro paese.
Come dice Duccio Canestrini in Andate a quel paese – Vademecum del turista responsabile:
“Ormai tutti sono stati dappertutto: dall’India ai Caraibi, dal Kenya all’Egitto. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, ogni anno settecento milioni di “nomadi del benessere” lasciano casa per svagarsi e ricaricarsi. Ma l’ottanta per cento degli spostamenti internazionali riguarda i residenti di soli venti paesi, ovviamente i più ricchi del mondo”.
A causa della crisi il turismo ha perso un bel po’ di massa e nel contempo prendono piede nuove esigenze e consapevolezze sul tema e l’industria si attrezza per soddisfarle. Nel nostro paese si parla già da un po’ di anni di sostenibilità e turismo responsabile anche in contesti mainstream, ne consegue la nascita di molte realtà, medium, strutture ricettive, tour operator che cavalcano l’onda. Ma è davvero un mercato consapevole? O sostenibile, responsabile sono diventate tag per intercettare un tipo interesse crescente?
Se lo è chiesto anche Ermes, social network dedicato al turismo consapevole nato nel 2004, con un video contest col quale ha chiesto a dei giovani videomaker di spiegare in pochissimi minuti cos’è il turismo responsabile.
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