Anna, polacca e Thomas, tedesco, fotogiornalisti poco meno che trentenni: un giorno hanno pensato di costruire una famiglia e che questo non avrebbe cambiato il loro modo di essere. Si presentano così, “The family without borders”, la coppia che sei mesi dopo l’arrivo della prima figlia Hanna ha deciso di fare le valigie e partire, insieme con la piccola, per un viaggio di sei mesi nell’Est Europa. Due anni dopo è arrivata Mila, la secondogenita, ed è stata la volta del Centro America. Stavolta in quattro. Poi hanno aperto un blog, cominciato a postare foto per amici e genitori e nel giro di qualche settimana erano seguitissimi, fino a vincere l’ambito premio di miglior blog di viaggi 2011 del National Geographic. Una famiglia attraverso le frontiere e le culture, che racconta ogni suo viaggio per dimostrare che si può viaggiare con due bambine piccole e che può essere non solo divertente, ma anche facile.

Papà Thomas con una delle sue bambine

“La prima volta che abbiamo deciso di partire – dice Anna Alboth – i nostri genitori erano molto preoccupati. Un po’ per i pericoli e un po’ perché temevano che si sarebbero persi i primi mesi delle loro nipoti. Poi hanno capito che era quello che volevamo e ci hanno appoggiato”. Anna e Thomas non hanno mai smesso di viaggiare, si sono conosciuti a Bruxelles a un incontro per giovani giornalisti (Youth Media Days, ndr) e hanno cominciato a inseguirsi in giro per l’Europa. Poi un giorno Anna è andata a vivere a Berlino e lì è nata la famiglia Alboth. Due giovani simbolo di un’Europa che ha visto le frontiere assottigliarsi e le culture mescolarsi e per i quali viaggiare e conoscere il mondo è la prima cosa da insegnare ai propri figli. “Se all’inizio era un semplice blog di foto per i nonni – aggiunge Anna – poi abbiamo cominciato ad aggiornarlo sempre di più perché vedevamo che le visite erano tante. Conosciamo coppie che fanno il loro “ultimo viaggio” prima di avere figli: noi siamo la prova che si può continuare a viaggiare e che può essere una bellissima avventura, capace di insegnare tanto ai figli stessi”. Due i viaggi fatti dalla Family without Borders: il primo nel periodo da aprile a ottobre 2010, nell’Est Europa, intorno al Mar Nero, in occasione della nascita di Hanna. Poi il secondo: da ottobre a marzo 2012 in Centro America dal Messico fino in Guatemala, quando è nata Mila, la secondogenita. Il viaggio è un collage di suggerimenti, ospitalità e aiuti attraverso i confini che permettono alla famiglia di viaggiare in tranquillità.

Mamma Anna con la primogenita Hanna

Ma come si mantengono Anna e Thomas? Solo i ricchi possono permettersi questo viaggio? Sono le domande più frequenti che tempestano il sito della giovane famiglia. E le risposte sono molto più semplici di quello che si possa pensare. In Germania infatti, è previsto un congedo familiare dopo la maternità di un anno, sia per il padre che per la madre, durante il quale si prende il 65% dello stipendio normale (contro il congedo di paternità in Italia che consente di percepire un’indennità solo sino al 30 per cento dello stipendio). “Molti pensano che siamo ricchi – continua Anna – ma in realtà pianifichiamo tutto nei minimi dettagli. Le zone in cui viaggiamo sono molto economiche ed entrambe le volte abbiamo usato una macchina in cui spesso abbiamo anche dormito. Altrimenti usiamo la rete di amicizie e siamo ospiti da persone fidate. La nostra casa a Berlino viene affittata e così possiamo contare anche su quei fondi”.

Hanna, la primogenita, ha 3 anni e ha già viaggiato per decine di paesi e due continenti diversi, conoscendo bambini dell’est o piccoli maya dei villaggi del Guatemala. Sa giocare in mille lingue, spagnolo, russo, inglese, tedesco e polacco, anche se in fin dei conti ha scoperto che per giocare la lingua non è indispensabile. Stessa storia per Mila, la secondogenita, che di continenti ne ha visto uno solo, anche se era già nella pancia della mamma durante il primo viaggio.

“In molti ci dicono – conclude Anna – che in questo modo non diamo abbastanza stabilità alle bambine, ma non siamo irresponsabili e diamo molta importanza alle piccole cose. Creiamo una sorta di routine nei nostri viaggi: stessa coperta, stesse canzoni da cantare in macchina, stessi orsacchiotti da stringere prima di dormire. E poi siamo sempre tutti insieme, siamo una famiglia e questo lo sentono sempre le nostre bambine. Imparano tantissimo da questi viaggi e lo abbiamo visto con i nostri occhi. Hanna, per esempio, sembra molto più grande dei suoi coetanei: sa adattarsi alle diverse situazioni e non ha paura di entrare in un negozio e chiedere quello di cui ha bisogno”. “The family without borders” è un blog e mille storie dove famiglie di tutto il mondo possono ritrovarsi e avere informazioni su come viaggiare bene anche avendo bambini piccoli e soprattutto in sicurezza. Così come ricorda Anna: “Le persone quando vedono che tu hai portato la cosa più preziosa che hai al mondo, i tuoi figli, nel loro paese, sono onorati e sentono di doverti proteggere. È un’esperienza meravigliosa”.

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