Sono la coppia rosa del surf nazionale. Dalle spiagge rocciose della Sardegna al pontile di Forte dei Marmi, si spartiscono ogni podio. Insieme fanno parte del team Roxy e sono state le prime italiane ad aver partecipato a una tappa Wqs (World qualifying series) femminile, il Billabong girls estoril in Portogallo, nel 2010. Valentina Vitale e Greta Dalle Luche sono l’una l’opposto dell’altra, basta sentire i loro soprannomi: una è “Barbie camionista”, l’altra è detta “Nonna”. La prima volta che si sono viste? Greta aveva appena rubato un’onda a Valentina. Ma dimenticate le classiche guerre sportive stile Chris Evert e Martina Navratilova: mai atlete rivali sono state più amiche.

A Valentina Vitale – laziale, classe ’84, quattro volte campionessa italiana – e Greta Dalle Luche – sua seconda, toscana, 5 anni più piccola – abbiamo chiesto com’è la vita delle due più brave surfiste italiane. E abbiamo scoperto che accanto ad allenamenti che scoraggerebbero anche un palestrato, (tante) trasferte internazionali e “party clandestini”, c’è un lato normale, fatto di studi (Vale è laureata in Lingue e Civiltà Orientali, Greta in Chimica) e lavoro. Perché tutte e due sono d’accordo su una cosa: in Italia non si vive di surf, neanche se sei un maschio.

Greta e Valentina, Team Roxy (foto di Matteo Mengherini)

Come vi siete conosciute?
Greta: “L’ho conosciuta nell’estate del 2007 quando è venuta a Viareggio per lo Shimmer Tour. Ho creduto che fosse una persona seria ma poi siamo partite insieme per la Sardegna il marzo dell’anno dopo e mi sono ricreduta. A dire il vero ci siamo incontrate per la prima volta in acqua a Forte dei Marmi nel 2006. Vale stava tornando dalla Francia in auto e si era fermata per due onde in Versilia. Me ne ricordo perché quel giorno le ho rubato un’onda, ma solo dopo ho collegato che era la stessa persona”.

Siete la numero uno e la numero due: ci dev’essere della competizione tra voi. O no?
Greta: “Non penso che ci sarebbe neanche se la battessi!”
Vale: “Io le gare le vivo come momento di divertimento. In gara spesso ridiamo e scherziamo, forse anche perché il livello in Italia non è molto alto, e quindi preferiamo viverle in questo modo. La competizione più grande per me stessa è la sfida contro i miei limiti”.

La solidarietà femminile, nello sport e non solo, è una rarità?
Greta: “Secondo me è una balla che gli uomini sono più solidali”.

Avete mai litigato?
Vale: “Raramente, il più delle volte per l’aria calda in macchina o le soste agli Autogrill”.

Quand’è stato che l’altra ti ha veramente stupito?
Vale: “A una recente festa a casa di amici. Greta dà il meglio di sé nei party clandestini. Ovviamente non posso scendere nei dettagli!”
Greta: “Quando invece di lavorare come allenatrice in Francia, dove ci sono le onde tutti i giorni, ha deciso di aprire un negozio in Italia. Però ho apprezzato la sua decisione”.

Il momento più felice che avete passato insieme?
Greta: “Tanti. Quando surfiamo siamo sempre contente. Un giorno in Francia abbiamo fatto un allenamento solo sui tubi ed è stato fantastico. Ma probabilmente il momento più esilarante è stato quando abbiamo dormito nelle palline dello spazio giochi di un traghetto”.

La prova più dura.
Vale: “Ascoltare Greta che canta musica lirica”.
Greta: “Una volta siamo partite per la Sardegna e sono cambiate di colpo le previsioni. Abbiamo guidato per 400 km in 3 giorni trovando delle onde pessime”.

Valentina, cosa si impara a crescere tra i local laziali?

Vale: “Ho imparato a surfare ad Ostia e all’inizio non è stato facile perché i local della vecchia generazione sono abbastanza tosti. Ma sono contenta di aver imparato in mezzo a loro. Sicuramente ho imparato cosa vuol dire il rispetto in acqua, e questo mi ha aiutato in tutto il mondo. Inoltre prendere le onde in mezzo a quei “cagnacci” non è una cosa facile, e questo mi ha aiutato molto in situazioni di affollamento”.

Da chi hai imparato a surfare?
Greta: “Ho iniziato da sola buttandomi in acqua a 11 anni, ma i progressi più rapidi li ho fatti da quando ho iniziato a viaggiare con Valentina”.
Vale: “Devo molto ad Alessandro Clinco, il mio ex-ragazzo con cui ho viaggiato molto e che mi ha dato moltissimi consigli; ma forse il merito maggiore va a me stessa, sono stata sempre molto tenace e testarda sulle cose che mi interessano. Il surf è una mia grande passione, che ho sempre coltivato con tanto amore e voglia di imparare”.

Dove avete surfato?
Greta: “Il mio primo surf trip fuori da Viareggio è stato nel 2008 in Sardegna con Valentina. Da allora ho iniziato a spostarmi per l’Italia per fare le gare e a partire ogni volta che trovavo la scusa per lasciare tutto. In questi quattro anni sono stata in Indonesia, Stati Uniti, Marocco, Portogallo. Vado molto spesso in Francia, ma il posto dove ho trascorso più tempo è la California”.
Vale: “Ho fatto moltissimi viaggi, toccando praticamente tutti i continenti. In Europa: Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Channel Islands e ovviamente Italia! Fuori dall’Europa sono stata in Marocco, Indonesia, Australia, Fiji, Tonga, California, Messico… Ho una mania per il viaggiare e nel collezionare timbri sul passaporto! I viaggi in genere vanno dalla settimana al mese, eccetto alcuni piuttosto lunghi di 2,3,5 mesi, come quelli in Australia e Indonesia”.

Si può vivere di surf in Italia o, anche se sponsorizzate, vi serve un altro lavoro?
Vale: “Non si può assolutamente vivere di surf in Italia, questo sport è una grande passione, ma lì si ferma”.
Greta: “Neanche i ragazzi possono”.

Siete single?
Greta: “In chimica si direbbe che sono allo stato gassoso.”

Vi confidate in fatto di uomini?
Vale: “Sì, certo, la nonna è sempre la nonna! Mi sta anche cucendo il corredo per le nozze!”
Greta: “Incredibilmente mi sono sempre trovata i ragazzi sulla terra ferma. Non ho ancora capito come si faccia a pensare ai ragazzi quando ci sono le onde”.

Il surf aiuta a dimenticare qualcuno o a non pensare ai problemi? Insomma: è una terapia?
Greta: “Sì ma le onde sono come una botta in testa, quando ti risvegli sei di nuovo nei guai. A volte hai anche il bernoccolo!”
Vale: “E’ la terapia della felicità!”.

(foto di apertura di Matteo Mangherini)

Articolo Precedente

Comicità femminile, “anche far ridere è più difficile per una donna”

next
Articolo Successivo

Diritti delle donne, un’italiana all’agenzia Onu contro la discriminazione

next