Con il summit di Rio+20 alle porte il tema del taglio dei sussidi ai combustibili fossili torna in cima alle agende e mobilita i movimenti per il clima. Tempesta su Twitter in corso

di Federico Antognazza*

Parlando di fonti energetiche capita assai spesso di imbattersi nelle parole sussidi e incentivi. In Italia, soprattutto in questo periodo, si associano questi concetti alle fonti di energia rinnovabili quasi fossero esclusivamente dedicati ad esse; in realtà tutte le forme energetiche godono di una serie di incentivi e sussidi, come si può osservare in questo report pubblicato dalla International Energy Agency (IEA).

Il report in particolare focalizza la sua attenzione sulle varie forme di sussidio di cui godono le fonti di energia prodotte attraverso i combustibili fossili: dall’analisi emerge come i sussidi forniti a livello globale a tali fonti energetiche è pari  a circa 6 volte rispetto a quanto erogato alle rinnovabili. (lo dice la IEA non Greenpeace o Italian Climate Network, anche se in realtà ne abbiamo parlato).

Se si analizzano questi dati e quelli elaborati dall’OCSE (anche qui), un’altra associazione di stampo ambientalista (ironico, ovviamente), si evince come questo tipo di politiche non sono applicate solo nei paesi sviluppati, ma anche nei paesi emergenti e in via di sviluppo. In questi ultimi, la scelta di questo tipo di politiche, comporta una disparità sociale nell’accesso all’energia in quanto impattano maggiormente sulle fasce di popolazioni più ricche (notoriamente una netta minoranza) e non vengono nemmeno percepiti da quelle più povere, ampliando quindi la forbice sociale e impedendo una crescita – sociale, economica e culturale – del sistema paese (di cui si  fa cenno in questo articolo pubblicato dall’Enea.

Il tema dei sussidi ai combustibili fossili è tornato prepotentemente nelle agende dei decisori politici in quanto potranno essere una delle chiavi di una nuova politica mondiale a seguito del Summit di Rio+20

Già durante il G20 di Pittsburgh del 2009 i grandi del pianeta avevano preso impegno di ridurre tali sussidi ma, come spesso accade, tra il dire e il fare….sta di mezzo il mare.

Il ministro Clini, fin dal suo insediamento, ha più volte ribadito (anche nel suo discorso a Durban, in occasione della Plenaria alla COP17) come anche in Italia sia necessario un ridimensionamento e una riduzione di tali sussidi che sono degli ostacoli al cambiamento verso la Green Economy e ad una più equa concorrenza tra le fonti energetiche fossili e quelle rinnovabili.

L’urgenza del ridimensionamento dei sussidi alle fonti fossili è emerso da un sondaggio globale promosso da Tcktcktck (la campagna globale per il clima)  ha evidenziato come sia la prima necessità tra le dieci azioni per indirizzare correttamente lo sviluppo sostenibile.

Rio+20 avrà quindi un ruolo fondamentale sulla questione: per questo è stata organizzata una “tempesta su Twitter”   per sensibilizzare i leader del G20 a rispettare gli impegni di Pittsburgh.

Qui si possono trovare alcuni suggerimenti su come aderire all’iniziativa. L’obiettivo è far diventare #EndFossilFuelSubsidies l’hashtag con il maggior numero di Tweet ed entrare così nel Guinness dei Primati: partecipare è semplice, immediato, divertente e utile .

La campagna in Italia è iniziata alle ore 11 del 18 giugno e terminerà alle ore 10.59 del 19 Giugno.

In conclusione della tempesta Twitter, della petizione mondiale e in concomitanza con la Conferenza di Rio+20, l’Italian Climate Network organizza a Roma un Green Drink. Si tratterà di un incontro informale promosso nel circuito internazionale www.greendrinks.org, durante il quale si discuterà dei sussidi alle fonti fossili, di Rio+20 e anche degli errori da non commettere mai nel comunicare i cambiamenti climatici: un evento dunque da non perdere per giornalisti, blogger e comunicatori. Appuntamento giovedì 21 giugno a Roma dalle 19,30 al Caffè Quattrotempi, Via di Tiburtina Antica, 8 (San Lorenzo); ingresso libero e gratuito, con la possibilità di un aperitivo e ricco buffet. Per motivi organizzativi, si consiglia l’iscrizione su Facebook o scrivendo a italianclimatenetwork@gmail.com.

* Federico Antognazza è fondatore e vice presidente di Italian Climate Network. Ingegnere ambientale, dal 2008 si occupa di inventari delle emissioni, con particolare interesse alle emissioni di gas serra e al settore LULUCF. Svolge attività di divulgazione e formazione nelle scuole primarie e secondarie e collabora con Climalteranti. Dal 2009 è referente in Lombardia dell’organizzazione 350.org. Ha partecipato alla COP17, come delegato italiano di 350.org

Articolo Precedente

Scaldiamo la piscina con i batteri!

next
Articolo Successivo

“Addio nucleare”, in Giappone 8 milioni di firme contro la riattivazione delle centrali

next