Anche Francesco Guccini è salito sulla torre-faro di Milano. Lo ha fatto virtualmente portando la sua solidarietà e incontrando i licenziati in presidio a Milano dall’8 dicembre.  Guccini lo  ha fatto senza alcun clamore, senza annunci o comunicati stampa ai quali – invece – sono tanto affezionati i politici che hanno fatto la loro passerella sotto la  struttura in ferro salvo poi non alzare neppure un dito per questa vertenza. Che prosegue. Stanislao ci racconta come.

Dopo quasi novanta giorni di protesta dalla torre-faro di Milano ieri è arrivato il primo comunicato ufficiale della segreteria nazionale dei sindacati (tutti tranne la Fit-Cisl). Cosa vuol dire? Vuol dire che chi ci dovrebbe rappresentare si è accorto solo ora che: dall’8 dicembre è in corso l’occupazione a Milano, Roma, Torino, Messina e anche a Venezia Santa Lucia. Dove la situazione è anche peggio visto che i colleghi sono stati licenziati nonostante non sia stato soppresso il loro servizio. Bene, allora speriamo che oltre a scrivere venga fissata la data del benedetto tavolo nazionale della famosa promessa fatta anche dal segretario della Cgil Susanna Camusso il 26 dicembre scorso.

Intanto le società coinvolte nell’accordo siglato in regione Lombardia continuano a fare colloqui. Siamo in una situazione paradossale in cui ci vengono offerti lavori ex-novo di cui non conosciamo la vera natura, i garanti e soprattutto la durata. E non ci dicano che sono ricollocazioni. Io non ho ancora una famiglia mia ma se penso ai colleghi con figli che si sentono dire che: “Questo è l’ultimo treno per voi”, mi chiedo se questo è ancora un paese “fondato sul lavoro”.

Stanislao Focarelli

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