Non ho mai amato lo slogan “Tanto peggio, tanto meglio”, anche perché in questa Italia travolta dal liquame non oso  immaginare cosa possa essere il peggio prossimo venturo, ma francamente non riesco proprio a comprendere quale mediazione si possa o si voglia raggiungere sulla legge bavaglio.

Con buona pace del terzo polo, e dei pontieri di ogni specie, questa legge non è migliorabile, va soltanto contrastata, denunciata, disattivata sia ricorrendo alla obiezione professionale, sia sollecitando l’intervento dei tribunali internazionali e di quelli italiani.

Cosa ci sarebbe da mediare? Un po’ di carcere in meno? Un po’ di oscurità in meno? Qualche euro in meno di multa?  Quando anche dovessero essere accolti emendamenti di questo segno, cosa mai cambierebbe nell’impianto della legge? Resterebbe un testo oscurantista, anticostituzionale, illiberale.
Sulle libertà non ci può essere né trattativa, né mediazione, ma solo una limpida e tenace lotta di resistenza politica e civile.

In ogni caso, anche se venisse modificata la parte relativa al diritto di cronaca (e non accadrà), resterebbe la parte relativa ai modi e ai tempi delle intercettazioni, al loro utilizzo da parte degli inquirenti.
Sarà bene non dimenticare mai che i magistrati, ma proprio tutti i magistrati, toghe nere, nerissime, azzurre, verdi, rosse, hanno denunciato i rischi derivanti da questo provvedimento nella lotta contro le mafie e la criminalità.
Non basterebbe questo per considerare inemendabile il testo? Perché mai il Berlusconi furioso e politicamente morente, dovrebbe rinunciare ad uno dei suoi cavalli di battaglia? Prima di andarsene cercherà di imporre questo testo, chiederà l’ultimo regalo a Bossi e ai fedelissimi. Se ci riuscirà, subito dopo, tenterà di rinnovare il consiglio della Rai, e di rinominare per sette anni i presidenti delle autorità antitrust e delle comunicazioni.

Questo è il suo disegno, perché il conflitto di interessi non è un accidente, ma la sostanza della sua politica, sua ragione di vita, basti pensare che, persino in queste ore, è riuscito a piazzare ai vertici della Biennale di Venezia l’amico Giulio Malgara, un fedelissimo, l’uomo Auditel, uno di quelli nella indimenticabile foto del 1994 correva dietro al capo in mutande…

Questo è Berlusconi  e questo sarà sino all’ultimo giorno. La parola mediazione gli è estranea, sarebbe assai rischioso, per fermare il bavaglio, contare solo su eventuali intrighi di palazzo e fronde interne, restare sempre allo stadio dell’annuncio.

Contro la legge bavaglio bisogna contare, anche e soprattutto, sulla opposizione che si sta manifestando sulle piazze, che si è vista a Milano, a Roma, che si ritroverà ancora una volta mercoledì  al Pantheon, che sfilerà a Roma sabato 15 ottobre, quando si  incontreranno movimenti e associazioni che “ricuciranno” insieme equità sociale ed equità  costituzionale.

Dal momento che il bavaglio, l’oscuramento della pubblica opinione, il tentativo di colpire il diritto di cronaca e l’esercizio della legalità, saranno l’atto finale dell’estremismo berlusconiano; sarà davvero il caso di lanciare da subito l’idea di arrivare, prima del voto conclusivo in Parlamento, a una sola grande manifestazione nazionale segnata dalla Costituzione e dal tricolore, capace di andare davvero oltre ogni egoismo di parte, di sigla, di partito e di schieramento, e di mettere insieme quanti credono nella legalità repubblicana.

In attesa dei complotti e delle congiure di palazzo, sarà il caso di chiamare a raccolta le cittadine e i cittadini che non hanno atteso l’ultimo istante per prendere le distanze dall'”aria viziata” e dalla putrefazione che ci circonda… Potremmo farlo a Roma o a Milano ma potremmo anche scegliere un altro luogo, da Trani a Palermo, a Napoli, luoghi simbolo nei quali le intercettazioni hanno permesso di svelare tanti casi di malaffare, criminalità e  compromissioni eccellenti.

B.COME BASTA!

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