È un successo la Notte della Rete andata in scena ieri sera a Roma contro la delibera Agcom definita “il bavaglio a Internet” da blogger e associazioni per la libertà digitale. Alla Domus Talenti di Roma, una sala strapiena, tanti interventi, e tantissime le persone presenti virtualmente: sono mediamente quattromila le persone collegate in streaming dal sito del Fatto e da altri blog che rimandavano il segnale; a fine serata il numero complessivo di quelli che sono passati a guardare la diretta è arrivato a quota 90mila.

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Ci sono le associazioni: Agorà digitale e Adiconsum che hanno cominciato la battaglia contro la delibera alcuni mesi fa e con il passare del tempo sono riusciti a far montare una mobilitazione imponente, che assomiglia quasi a un movimento. Ci sono artisti e intellettuali: Dario Fo che interviene via webcam, il padre del software libero Richard Stallman, temporaneamente in Italia, interviene al telefono ed è preparatissimo sulla battaglia in corso contro Agcom: “Hanno paura della gente che vuole condividere informazioni e software. Quando mi chiedono la mia opinione sulla pirateria, io rispondo: effettivamente attaccare dei galeoni è da cattivi”; ma ci sono anche il Piotta e Stefano Disegni; il segretario della Federazione della Stampa Roberto Natale; giornalisti e blogger: Peter Gomez, Guido Scorza, Alessandro Giglioli, Giulia Innocenzi; e i politici: Antonio Di Pietro, Vincenzo Vita, Angelo Bonelli, Umberto Croppi.

Tutti parlano della Rete: il ruolo svolto nel referendum, la capacità di informarsi e di scegliere a quale tipo di informazione affidarsi: “Giornalisti professionisti, che rappresento, e blogger non sono in contrapposizione – dice Roberto Natale – e la battaglia contro il bavaglio alla rete si deve saldare con quella del bavaglio alla intercettazioni”. Molti mettono nel mirino l’Agcom, un’autorità che dovrebbe essere indipendente e invece è diventata nota al pubblico per le telefonate di Berlusconi che voleva chiudere Annozero.

La sensazione alla Domus Talenti di Roma, tra quelli presenti fisicamente e quelli collegati in streaming che si fanno sentire lasciando commenti, twitt, post e status è che una sensibilità comune sia cresciuta grazie alla rete, agli incontri online, alle ultime mobilitazioni dei cittadini che si sono organizzati via Internet in questi mesi per scendere in piazza contro Berlusconi, a favore delle donne, per portare la gente a votare al referendum. Il popolo della rete è sempre più coeso e sempre più determinato a dire la sua.

da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011

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