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Fondo anti-usura per tutte le vittime
Sos Racket: “Svolta epocale dopo anni di lotte”

Nel nostro paese le vittime di usura che non denunciano sono oltre 600.000, 200.000 sono commercianti. Fuori restano casalinghe, dipendenti, immigrati. Fiano: "Il governo ha manifestato apprezzamento per la norma proposta"
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Frediano Manzi, fondatore dell'associazione Sos Racket e Usura

Libero accesso al Fondo nazionale Anti usura per casalinghe, dipendenti, immigrati, minacciati dai clan. Ieri il governo in sede di esame della conversione in legge del decreto “recante misure urgenti in materia di sicurezza”  ha accolto la proposta presentata dal Pd e si impegna a inserirlo nel prossimo decreto disponibile. Fino a oggi la legge sull’usura (n. 108, del 7 marzo 1996) nega l’accesso al Fondo a coloro che non sono in possesso di una partita iva. Se la proposta diventasse operativa, per le vittime del racket si tratterebbe di una rivoluzione. Come spiega Frediano Manzi, presidente di Sos Racket e usura: “E’ una vittoria epocale dopo 14 anni di lotte”.

Il governo, prendendo in considerazione la proposta di legge firmata dal deputato Emanuele Fiano (Pd) e Isabella Bartolini (Pdl), si è impegnato a provvedere “all’inserimento della norma in modo da sanare al più presto questa situazione di disparità”. Come spiega Fiano: “Ieri ho parlato di persona , con il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, il quale ha manifestato apprezzamento per la norma proposta. E si è impegnato a inserire la richiesta di Sos racket e usura nel decreto mille proroghe o nel primo decreto disponibile”.

L’accesso al Fondo Antiusura oggi rappresenta un problema per oltre 400.000 cittadini. I dati di Sos impresa-Confesercenti (ottobre 2010) parlano chiaro: sono 600.000 le persone che ogni anno si piegano al malaffare, di questi solo 200.000 sono commercianti. Fuori restano “i senza partita iva”. Una situazione inaccettabile come spiega Manzi: “Come faccio a convincere gli otre mille assistiti a denunciare i clan, se lo Stato non garantisce loro un sostegno concreto?”. Per questo il presidente di Sos racket dal 19 al 27 novembre ha rifiutato cibo e acqua. Uno sciopero della fame interrotto solo dopo l’impegno assunto da Fiano: “Porterò le richieste di Sos Racket e usura all’attenzione del governo, presentando un emendamento”.  Una promessa fatta nel corso di un  incontro con Manzi, dinanzi a Salvatore Borsellino (Agende rosse), ai giovani dell’Italia dei valori, al Popolo viola e al Movimento 5 stelle. Dopo 6 giorni la parola è stata mantenuta. Come spiega Manzi: “Questa norma darà finalmente la possibilità di contrastare efficacemente lo strapotere dei clan mafiosi. Ciò che avverrà è chiaro: una impennata delle denunce da parte delle vittime di usura”.

Un successo per Sos Racket che adesso dovrà fare i conti con un’altra difficoltà: la mancanza di una sede per l’ associazione. Un fatto che testimonia il totale stato di abbandono in cui l’associazione ha operato sino a ora nel capoluogo lombardo. Eppure la scorsa settimana il comune di Milano ha assegnato una sede al Partito neofascista ‘Forza Nuova’, nella centralissima Corso Buenos Aires. “Per noi, invece. niente”, sbotta Manzi. Una situazione poco chiara, che ha spinto lo stesso movemento politico a protestare: “E’ sbagliato lasciare solo chi si batte contro gli strozzini”. E a solidarizzare con Manzi: “ Offriamo a lui di utilizzare i nostri locali di Corso Buenos Aires”. Ma Sos racket ringrazia ma non accetta: “Noi non andiamo in alcuna sede di movimenti politici”. E precisa: “Tutta questa vicenda fa capire la sensibilità della Moratti per la lotta alle mafie”.

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