Gentile on. Granata,
penso ancora adesso, nell’intimo del mio studio a Strasburgo, alle parole che hai pronunciato dal palco della festa dell’Italia dei Valori a Vasto lo scorso sabato. A quelle parole di stima sincera nei confronti di mio padre, che con te condivideva gli ideali e i valori di una destra che non è mai esistita e di questo passo non esisterà mai. Parole nette come quelle di condanna verso alcuni componenti del tuo ex partito, Alleanza Nazionale, che sono stati i primi a delegittimarlo e ad isolarlo dopo la morte. Non ti nascondo che il tuo ricordo, assolutamente inaspettato, mi ha profondamente toccato e commosso e solo per il contegno che mi sono imposta ho trattenuto le lacrime.

Ti scrivo ora, pubblicamente, per chiederti un passo in più, di passare dalle tue forti e belle parole nei confronti di papà a fatti che possono contribuire a ridargli la dignità che qualcuno pensava di avergli tolto con un colpo in bocca.

Ti ricorderai sicuramente del Comitato d’Inchiesta sull’omicidio di mio padre e sui depistaggi che ne erano seguiti ad opera di alcuni reparti delle forze dell’ordine; era stato deliberato nel 2002 dalla Commissione Antimafia dopo la richiesta firmata da Beppe Lumia, Angela Napoli e Nichi Vendola. Formalmente istituito e presieduto da Giampiero D’Alia e formato da cinque membri della Commissione Antimafia, questo comitato in realtà era nato già morto, un aborto spontaneo nel ventre istituzionale. Non si è mai riunito, mai ha prodotto un verbale o un documento. In poche parole non è mai partito ed è rimasto chiuso in un cassetto, soffocato dalla polvere. Per noi familiari era stata una speranza subito rimasta strozzata in gola. Ci eravamo aggrappati con le unghie a quel miraggio. E siamo lentamente scivolati.

Quello che ti chiedo oggi, on. Granata, a te che sei vicepresidente della Commissione Antimafia, è di impegnarti con me e con la mia famiglia a ricomporre e far ripartire quel comitato, l’unico organismo che finalmente potrà avere accesso a tutte le carte e ricomporre un puzzle i cui pezzi in questi anni sono stati abilmente occultati e in parte distrutti. Sarebbe una garanzia se a presiederlo fossi tu. Beppe Lumia e Angela Napoli, coloro che conoscono tutta la vicenda, sono ancora membri della Commissione, un motivo in più per farlo in tempi brevi.

Con fiducia aspetto un tuo riscontro, per tornare a sperare nella verità e finalmente, un giorno, poter piangere senza rabbia la morte di mio padre, un diritto che dovrebbe appartenere ad ogni familiare di vittime di mafia.

Con stima,
Sonia

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