Nel frattempo anche le violazioni accertate dalla Guardia di Finanza sono calate sensibilmente rispetto alle 17.802 del 2014: nel 2015 sono state 14.633, l’anno scorso solo 11.577, il 21% in meno. Giù del 20%, a 2.965, quelle per omessa dichiarazione. Precipitate del 53% quelle per omesso versamento Iva e del 49%, a 1.010, quelle per dichiarazione infedele. Tutto come da attese: il governo Renzi, con i decreti attuativi della delega fiscale, ha depenalizzato le dichiarazioni infedeli sotto i 150mila euro (prima con 50mila si rischiava il carcere​)​​, così come la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici se l’imposta evasa è inferiore a 30mila euro. E ha aumentato di cinque volte, da 50mila a 250mila euro, la soglia di punibilità dell’omesso versamento Iva. Nel suo Bilancio di responsabilità sociale 2016 la Procura di Milano, guidata da Francesco Greco, ha scritto che il calo del 50% dei reati fiscali riscontrati nella provincia per effetto della depenalizzazione pone “numerosi interrogativi sugli esiti della manovra realizzata con la delega fiscale” anche perché “la nuova fattispecie della frode fiscale (art. 3 d.lgs.74/2000) che doveva compensare almeno in parte, da un lato, la riduzione delle condotte penalmente rilevanti della dichiarazione infedele e, dall’altro, i casi fraudolenti di manovre elusive definite di “abuso del diritto”, sembra sostanzialmente inefficace“.

Quanto alle violazioni del limite all’uso del contante, che lo stesso governo Renzi ha aumentato da mille a 3mila euro, le violazioni riscontrate sono state solo 120 nel 2012, 60 nel 2013 e 44 nel 2014. “Appare eclatante”, è il commento di Di Vizio, “come la lamentata invasività del sistema di vincoli e controllo sia scissa dalla realtà“. Intanto restiamo il Paese europeo con la più alta quota di transazioni concluse cash: intorno al 90 per cento.

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