“Vicino al museo dell’Ara Pacis si trova il Mausoleo Augusteo. Peccato che da fuori è quasi invisibile con la tanta vegetazione che lo ricopre. Se volete un consiglio, entrate nella biglietteria dell’Ara Pacis e dalle vetrate che ci sono sulla dx potrete vederlo ‘un po’ meglio’”. Il turista che nel settembre del 2015 ha trovato l’escamotage per dare un’occhiata al Mausoleo, se tornasse rimarrebbe deluso.

Nel cantiere in Piazza Augusto imperatore, a Roma, nulla è cambiato in un anno. A parte la vegetazione, più rigogliosa. La struttura non sembra passarsela troppo bene, almeno all’esterno. Dentro e fuori quasi solo abbandono. Da almeno un decennio.

La solita storia dell’ennesimo monumento che avrebbe necessità di interventi di restauro ma per il quale non ci sono risorse? La circostanza che questa volta non sia così un po’ disorienta, forse. Ma è così. Per quel colosso antico che svetta dal “buco” nel quale lo aveva relegato il progetto di musealizzazione pensato dall’architetto Morpurgo negli anni Trenta del Novecento, i soldi ci sono.

Sono i sei milioni di euro della Fondazione Telecom, che insieme ai quattro milioni dello Stato e del Comune dovrebbero coprire le spese dei lavori. Quindi? Perché niente si muove nel cantiere? La risposta, mortificante. Peggio, un colpevole atto di incapacità. Già perché a impedire che i lavori partissero fin’ora hanno provveduto altre questioni. Inizialmente le modalità dell’appalto, “prima con l’offerta economicamente più vantaggiosa poi al massimo ribasso (con sconti indecenti che sono arrivati fino al 67%) e quindi di nuovo con l’offerta economicamente più vantaggiosa”, ha scritto Lilli Garrone sul Corriere della sera.

Non è tutto. C’è stato anche il cambio del Soprintendente statale a complicare le cose. A Maria Rosaria Barbera, che aveva approvato il progetto, è subentrato Francesco Prosperetti per il quale la copertura in vetro della cella del Mausoleo non era idonea.

Sfortunatamente non si tratta solo di un prolungamento dell’iter. Dell’ennesimo intralcio a un progetto infinito. Il rischio è che l’abbandono di quell’area archeologica, nel centro della città, non abbia fine. Già perché la Fondazione Telecom ha vincolato il suo intervento all’inizio dei lavori entro il 31 ottobre 2016. Pochi giorni per non alienare per sempre alla città una sua parte distintiva.

Intanto il 25 ottobre, si sarebbe dovuto sapere se si potrà assegnare l’appalto per il monumento. Chiedersi come sia possibile che si sia giunti in prossimità del traguardo senza aver idea di che gara giocare, sembra un autolesionistico nonsenso. Un paradosso. Tanto più in una città nella quale non ci sono più risorse neppure per la semplice manutenzione dei monumenti.

Comunque andrà a finire rimarrà la sensazione che in molti, in questi anni, non abbiano fatto in pieno quel che dovevano. Che lo Stato, attraverso i suoi amministratori e i suoi garanti della tutela e della valorizzazione, si sia mostrato eccessivamente incerto, oltre misura ondivago. Anche per questo c’è il rischio che per vedere il Mausoleo di Augusto si sia costretti a entrare nella biglietteria dell’Ara Pacis. Che sia per sempre.

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