Resta il fatto che questo meccanismo, senza controlli, può rivelarsi inefficiente ed è esposto a irregolarità. Non a caso in tutta Italia ci sono inchieste sulla gestione della riscossione da parte di società private. Sul sito del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia è disponibile l’albo dei soggetti abilitati a effettuare attività di liquidazione, accertamento e riscossione. Dall’ultimo elenco, aggiornato il 27 giugno scorso, mancano diverse società cancellate in seguito a inchieste. Nella lista ce ne sono 89, alcune delle quali attualmente coinvolte in indagini della magistratura. “Non è un segreto, d’altronde, che esternalizzare il servizio – spiega Casarini – può portare a gestioni non efficienti delle risorse, soprattutto se la società in questione riceve un aggio sul riscosso”.

Il caso più noto è quello di Tributi Italia, che nonostante le denunce dei Comuni al ministero dell’Economia e le segnalazioni per mancati versamenti risalenti all’inizio degli anni Novanta ha continuato la sua attività fino al 2009. Tre anni dopo, nel 2012, l’amministratore delegato Giuseppe Saggese è stato arrestato con l’accusa di aver trattenuto oltre 100 milioni di tasse prese ai cittadini per conto di 400 Comuni. A maggio la procura di Pescara, nell’ambito dell’inchiesta su presunti crediti inesigibili del Comune (per 36 milioni di euro), ha chiesto il rinvio a giudizio per assessore regionale all’Ambiente, in quota Sel, Mario Mazzocca, il consigliere regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri, Gaetano Monaco e Domenico Ludovico, rispettivamente legale rappresentante e funzionario della Soget. Un’altra inchiesta, seguita dalla procura di Milano e dalla Finanza di Lecco, riguarda tre casi di bancarotta dietro ai quali si nasconderebbe la scomparsa di almeno 150 milioni di euro di imposte versate dai cittadini. In questo caso a essere travolta è stata l’Aipa, che gestiva la riscossione in 800 comuni italiani.

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