La polizia ha arrestato a Venezia un cittadino turco a cui è stato trovato un machete nello zaino. L’uomo insieme ad altri cinque connazionali poi fermati, di cui quattro a Milano, sono stati visti pregare intorno alle cinque di mattina non lontano dalla stazione ferroviaria.

La scena non è sfuggita a una guardia giurata che ha dato l’allarme chiamando il 113: subito sono intervenuti gli agenti della Polfer, della Digos e della questura di Venezia ed è scattato il dispositivo antiterrorismo. Il gruppetto di stranieri, però, si era già disperso all’arrivo dei poliziotti che sono comunque sono riusciti a rintracciare due turchi, uno dei quali aveva nello zaino il machete. La presenza dell’arma ha preoccupato seriamente gli agenti dopo l’episodio di aggressione da parte di un “soldato” dell’Isis su un treno in Germania (leggi).

L’uomo è stato così arrestato, mentre l’amico è stato trattenuto in questura e non è escluso che nei suoi confronti scatterà il provvedimento di espulsione. Nel frattempo, come riferiscono alcuni quotidiani, sono proseguite le ricerche degli altri quattro di cui si erano perse le tracce. La vicenda è stata seguita passo passo dal capo della polizia Franco Gabrielli in stretto contatto col questore di Venezia, Angelo Sanna. L’alert del 113, esteso anche alle altre forze dell’ ordine, e alle altre regioni limitrofe al Veneto ha dato esito positivo quando, nel pomeriggio, a Milano, la Digos ha informato i colleghi veneziani che avevano fermato gli altri quattro turchi e che li stavano interrogando in questura. Non si conosce, al momento, l’identità delle persone coinvolte e sull’operazione.

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