Il quotidiano francese Le Monde non solo non pubblicherà più le immagini di propaganda dello Stato Islamico, ma anche le foto degli attentatori per evitare effetti di “glorificazione postuma“. Ad annunciarlo con un editoriale pubblicato online è stato il direttore Jérome Fenoglio dal titolo “Resistere alla strategia dell’odio”. Il giornalista ha infatti spiegato che il modo di trattare l’argomento Isis è più volte cambiato nel corso dei mesi: in un primo momento il quotidiano ha deciso di non diffondere più quello che riguarda direttamente  la propaganda dello Stato Islamico, ora dopo gli attentati di Nizza e Rouen, anche di evitare la pubblicità dei volti di chi ha commesso le stragi. Sul tema in queste ore si è espresso il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella: “Non può valere in questo caso il detto the show must go on, perché non si tratta di spettacolo bensì della vita e del futuro delle persone”.

“La battaglia contro l’odio”, si legge nell’editoriale di Le Monde, “non può essere considerata solo come una questione delle forze armate, dei servizi segreti o della politica. Questa riguarda tutte le componenti della società e in primo luogo chi costituisce il nostro panorama mediatico modificato dalla rivoluzione digitale. Senza una presa di coscienza delle industrie che controllano i social network, nuovi media di massa, sarà sempre di più difficile resistere agli effetti della strategia dell’odio. I suoi migliori alleati, voci e complottismo, sono messi oggi sullo stesso piano delle informazioni affidabili e verificate”.

Secondo Fenoglio, a essere chiamati in causa nella lotta al terrorismo, sono direttamente anche i siti e i giornali che “producono le informazioni”: “Questi non possono più esonerarsi da fare delle riflessioni. Dall’inizio del terrorismo dello Stato Islamico, Le Monde ha più volte modificato i suoi approcci all’argomento. Altri dibatti sulle nostre pratiche sono ancora in corso”. E ha poi concluso dicendo che il cambio di approccio lo si deve innanzitutto alle vittime delle stragi che stanno travolgendo l’Europa : “La scelta di adattarsi alle pratiche di un nemico che ritorce contro di noi tutti gli strumenti della nostra modernità, è indispensabile se vogliamo rompere la strategia dell’odio, se vogliamo vincere senza rinnegarci. Lo dobbiamo a tutte le vittime dell’organizzazione criminale detta Stato Islamico. Da martedì 26 luglio lo dobbiamo alla memoria di padre Jacques Hamel, ucciso nella sua chiesa”.

Fenoglio nella sua analisi ha parlato anche di un “limite all’esercizio della critica” in una situazione generale che definisce di guerra. “La valutazione costante e critica delle politiche di sicurezza è un imperativo democratico. L’esecutivo e le istituzioni devono poter riconoscere che, in questa lotta contro il terrorismo, degli errori possono essere commessi, dei dispositivi devono essere migliorati”. Il riferimento è alle tante polemiche sul sistema di sicurezza nel territorio dopo gli ultimi attacchi. E a questo proposito il direttore ha scritto: “Ci devono essere dei limiti all’esercizio della critica condotta dai partiti d’opposizione. Questi non possono far intendere che prendendo una misura miracolosa un’altra maggioranza politica potrebbe fermare la guerra contro i jihadisti”. Per questo, ha chiuso Fenoglio, i politici hanno la responsabilità di evitare di sfruttare elettoralmente la situazione d’emergenza.

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