Se l’orientamento sarà recepito, le piattaforme petrolifere dovranno pagare l’Imu. Il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, fresco di dimissioni dal gruppo parlamentare di Scelta civica per crearne uno insieme ai verdiniani di Ala, ha dato parere favorevole senza modifiche alla risoluzione a prima firma Ferdinando Alberti (M5S) presentata in commissione Attività produttive in base alla quale le trivelle devono essere assoggettate all’imposta locale sugli immobili. Questo nonostante il Tesoro, in una risoluzione di poche settimane fa, abbia scritto il contrario, entrando in rotta di collisione con la sentenza 3618 della Cassazione, con cui il 24 febbraio scorso la Suprema Corte aveva stabilito che le piattaforme non sono esentate dal pagamento.

Secondo i pentastellati, ora il governo ora dovrà uniformarsi all’orientamento giurisprudenziale. E “la prima occasione utile per farlo capita proprio in questi giorni”, spiegano in una nota. “E’ il decreto enti locali in discussione alla Camera: il governo dovrà approvare gli emendamenti che recepiscono la risoluzione. Staremo a vedere se rispettano gli impegni assunti”. “Dopo l’approvazione del decreto, quindi, gli enti locali potranno (e dovranno) finalmente tassare le piattaforme. Per i Comuni si tratta di un bel tesoretto da cui attingere”, ha commentato Alberti. Si parla infatti di un gettito compreso tra i 100 e i 200 milioni.

La notizia arriva mentre i No Triv esultano per la sentenza della Corte di giustizia europea che ha bocciato le proroghe automatiche delle concessioni balneari, perché sostengono che il principio della direttiva Bolkestein applicato ai titolari degli stabilimenti è lo stesso della direttiva che disciplina le condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.

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