Complice anche l’arrivo in Italia del colosso di streaming on demand Netflix, il 2015 è stato un anno proficuo sul versante serie tv, alzando – merito anche di una concorrenza sempre più alta (e spietata) – il livello produttivo messo in campo dai vari protagonisti del settore. Dalla HBO capace di sfornare titoli pressoché perfetti come le mini-serie Show Me a Hero e The Jinx, firmati rispettivamente dal Premio Oscar Paul Haggis e dal cineasta/investigatore Andrew Jarecki che con la sua serie/inchiesta è riuscito a far riaprire le indagini contro Robert Durst, il milionario presunto serial killer attualmente in galera in attesa di processo, al già citato Netflix con la supereroina Jessica Jones afflitta da un disturbo post-traumatico da stress fino all’ascesa di Amazon Studios grazie al Maestro Rodrigo De Souza, il direttore d’orchestra eccentrico ed irresistibile interpretato da Gael García Bernal in Mozart in The Jungle.

Ma quello appena concluso è anche stato l’anno dei parenti serpenti di Bloodline, della creazione visionaria dei fratelli Wachowski con Sense 8, della lotta contro la criminalità di Hell’s Kitchen di Daredevil, del mancato ritorno a Twin Peaks a causa di dispute produttive che hanno costretto David Lynch a posticipare di un anno il ritorno sul piccolo schermo e di un altro slittamento d’eccezione, quello della misteriosa serie diretta da Woody Allen. Su tutte però sembra svettare l’ultima arrivata in ordine temporale: la docu-serie Making a Murderer. Realizzata da Laura Ricciardi e Moira Demos in dieci anni, la serie targata Netflix, è incentrata a ripercorrere l’odissea giudiziaria di Steven Avery, accusato nel corso della sua vita di due crimini dei quali si è sempre dichiarato innocente e attualmente recluso in un penitenziario degli Stati Uniti.

La messa in onda degli episodi che testimoniano i grossolani errori delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario americano ha avuto come diretta conseguenza l’indignazione dell’opinione pubblica d’oltreoceano che ha organizzato una petizione on line per chiedere a Barack Obama di graziare Avery e l’intervento di Anoymus pronto – si dice – a rivelare prove dell’innocenza dell’uomo. La dimostrazione tangibile di come, al pari di The Jinx, le serie tv non siano solo più un semplice prodotto d’intrattenimento fine a se stesso ma stiano assumendo sfumature del tutto nuove, elevandosi e mutando a ritmi sempre più vertiginosi. Ecco allora la nostra guida ai titoli più interessanti della stagione televisiva appena iniziata. Non vi resta che prendere nota e farvi trovare pronti per dare il benvenuto ad hacker attivisti, presidenti machiavellici e zombie affamati.

The X-Files
thexfiles240Quando la televisione era ancora una valle inesplorata ci pensavano i medici del pronto soccorso del County General Hospital di E.R e gli agenti dell’FBI, Mulder e Scully, a ravvivare i palinsesti tv tra tracheotomie d’urgenza e minacce aliene. Dopo la pellicola del 2008, X-Files – Voglio crederci, il duo più amato dai complottisti sta per tornare con nuove indagini a sfondo paranormale. The X-Files, mini-serie curata e scritta dallo storico ideatore Chris Carter, partirà infatti il 26 gennaio prossimo sulla Fox, a due giorni di distanza dalla messa in onda statunitense, sancendo il definitivo ritorno della serie cult di fantascienza che ha accompagnato gli spettatori per nove stagioni a partire dalla metà degli anni ’90. Gli ex agenti questa volta si ritroveranno alle prese con un caso di rapimento alieno segnalato a Mulder da un giornalista che darà il via alle indagini. Nonostante manchino all’appello gli sceneggiatori storici, Frank Spotnitz e Vince Gillian, rispettivamente impegnati con The Man in The High Castle e Better Call Saul, The X-Fils è senza dubbio il ritorno più atteso di questo 2016 appena iniziato.

 

Serie TV, ecco le più attese dell’anno: da Vinyl a The Young Pope passando per House of Cards 4

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