L’affaire Tosi – con la ventilata candidatura alla guida del Veneto – mantiene sulle spine la Lega Nord e, indirettamente, Forza Italia e Ncd per via delle alleanze in vista delle regionali. Un verdetto sulla permanenza o meno del sindaco ribelle di Verona all’interno del Carroccio è stata rinviata a martedì pomeriggio in modo da trovare un accordo.

Così ha stabilito il comitato di disciplina del partito incaricato della questione. All’incontro riunione nella sede di via Bellerio a Milano c’erano tutti: Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Maroni oltre che, ovviamente, al segretario Matteo Salvini. La scelta del rinvio, all’inizio l’ultimatum del Carroccio era la mezzanotte di lunedì, è stata decisa come gesto di apertura e disponibilità verso l’unico assente al vertice che avrebbe avuto diritto di sedere al tavolo in qualità di segretario della Liga Veneta. Restano ancora poche ore per ricomporre la frattura.

Salvini, che normalmente passa da uno studio televisivo all’altro rilasciando decine di dichiarazioni, oggi ha scelto il silenzio. Tosi va avanti per la sua strada e ribadisce la minaccia di fare una lista propria portandosi dietro Ncd, Corrado Passera e i “fittiani” di Forza Italia. Uno scenario che i leghisti non gradiscono, pur continuando a lasciar trapelare che i sondaggi in mano loro danno Luca Zaia, attuale governatore, vincente di gran lunga su Alessandra Moretti (Pd) anche senza il sostegno di Tosi. C’è poi la questione dei parlamentari fedeli al sindaco di Verona che sono pronti ad uscire dai gruppi del Carroccio alla Camera e al Senato.

Anche loro, se non rinunceranno alla appartenenza alla fondazione “Ricostruiamo il Paese, saranno espulsi. Zaia – che ha incontrato Salvini ricevendo “appoggio pieno e incondizionato” alla candidatura – non commenta l’ipotesi di una lista Tosi. “Auspico che si ponga fine a dibattiti sterili e a guerre inutili perché ci aspettano due mesi importanti di campagna elettorale”, chiosa il governatore. Eppure è anche da Zaia che passerebbe la soluzione alla “telenovela padana”: l’ex ministro dovrebbe accettare di scrivere le liste insieme a Tosi; mentre il primo cittadino scaligero dovrebbe rinunciare alla sua lista e alla fondazione.
Questo sembra il punto più critico.

Salvini e la Lega, oltre a non voler tornare indietro sulla decisione di inviare Giampaolo Dozzo come commissario per le liste in Veneto, non recedono dal proposito di espellere tutti i militanti del Carroccio che non rinunciano all’iscrizione alla fondazione di Tosi. Chi non lo fa, domani pomeriggio sarà fuori. Bossi, storico nemico di Tosi, vorrebbe evitare questo scenario. Ma l’incompatibilità tra l’iscrizione ai “Fari” di Tosi e l’appartenenza alla Lega in ogni caso resta, anche se – è questa la speranza dei pontieri al lavoro in queste ore – un compromesso si potrebbe trovare “se Tosi facesse un passo indietro sulla lista”

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