Mai come in queste ore ci sembra giusto e doveroso mandare un abbraccio pubblico a Rino Giacalone, coraggioso giornalista di Trapani, che, oggi, sarà processato per aver “diffamato” il capo mafia Mariano Agate. La vicenda l’abbiamo raccontata e, più volte, ha trovato spazio sul Fatto. Giacalone, portavoce di Articolo 21 a Trapani, impegnato nell’associazione Libera, curatore del blog Malitalia, da anni conduce una difficile battaglia per denunciare infiltrazioni, omertà e complicità con la mafia.

Lo fa con coraggio, dando un nome ed un cognome ai protagonisti delle sue cronache; questo lo ha portato ad entrare in rotta di collisione con amministratori locali, rappresentanti delle istituzioni, corporazioni e massonerie; un’area grigia che magari non è diretta espressione della mafia, ma che, con i mafiosi, mantiene rapporti di “rispetto” e, soprattutto, di affari.

Giacalone si ritrova in tribunale perché la vedova di Don Mariano Agate ha ritenuto che la memoria del defunto boss fosse stata… diffamata dai suoi articoli. In realtà Rino aveva solo ridato memoria del percorso terreno di Don Mariano, intriso di fatti di mafia e di sangue. Naturalmente non è stato querelato per questo, ma per il presunto eccesso nel linguaggio, perché Giacalone, pensiate un po’, ha paragonato il boss alla merda, riformulando l’invettiva di Peppino Impastato: “La mafia è una montagna di m…”.

Questo, e non la biografia del trapassato, avrebbe leso la postuma dignità e l’immagine del boss e della sua vedova.
Vogliamo sperare che i giudici di Trapani aprano e chiudano l’udienza in pochi minuti, anche se alcuni precedenti non sono certo incoraggianti. Resta comunque una domanda: chi risarcirà, e non solo economicamente, i tanti Giacalone molestati dai querelanti impudenti ed imprudenti? Per altro la brutta legge sulla diffamazione, in discussione alla Camera dei deputati, non ha previsto alcunché a carico dei cosiddetti “querelanti temerari”.

Per il momento ci limitiamo a prendere atto che esistono persone che non si sentono offese perché “mafiose”, ma solo perché accostate alla m…
Oggi più che mai siamo con Rino Giacalone e ripetiamo, con raddoppiata convinzione, che: “La mafia è una montagna di merda”, questa volta scritta senza puntini.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

‘Ndrangheta, a Parma quartiere costruito dal boss. “Qui risolviamo alla calabrese”

next
Articolo Successivo

Trattativa, l’ex capo del Dap “Conso informava Mancino sul 41 bis”

next