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Ciampino, villa di Messalla Corvino a rischio. Potrebbe essere seppellita da case popolari

Il Comune aveva progettato ed avviato nell’autunno 2010 la realizzazione di un vasto complesso di edilizia popolare che secondo le previsioni avrebbe comportato 65mila metri cubi di nuove costruzioni. A dispetto dell’interesse composito riconosciuto all’area, peraltro certificato il 5 giugno 2009 da un vincolo della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici

di Manlio Lilli

“Li vedi quei due alberi lì”. Termina così la ricerca dei resti della villa di Messalla Corvino. Con le indicazioni provvidenziali di uno dei fiorai che si trova nel piazzale esterno al Cimitero comunale di Ciampino, comune “cerniera” tra Roma e i Castelli Romani. Non ci sono indicazioni sull’esistenza delle strutture la cui scoperta nell’estate 2012 fu riportata dai maggiori quotidiani. Non solo nazionali. Circostanza questa agevolata anche dal rinvenimento di un gruppo di statuaria illustrante il mito dei Niobidi, straordinariamente rilevante.

Secondo le previsioni potrebbero sorgere 65mila metri cubi di nuove costruzioni. In un’area ancora agricola, tra la via dei Laghi, via Superga e via del Sassone, nella quale il Comune aveva progettato ed avviato nell’autunno 2010 la realizzazione di un vasto complesso di edilizia popolare. Insomma una zona ex 167 che secondo le previsioni avrebbe comportato 65mila metri cubi di nuove costruzioni. A dispetto dell’interesse composito riconosciuto all’area, peraltro certificato il 5 giugno 2009 da un vincolo della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. Sfortunatamente limitato al Muro dei Francesi, cioè alla struttura seicentesca che perimetra gran parte della Tenuta, benché nella relazione della proposta di vincolo si evidenziasse come si intendesse garantire la “non modificabilità dello stato dei luoghi, … delle attività agricole esistenti …”. Almeno fino alla scoperta di strutture e statue. E al fervore di “Ciampino Bene Comune”, un movimento che con una petizione e altre iniziative ha elevato a vicenda nazionale quel che all’inizio sembrava essere una battaglia locale contro l’ennesimo sopruso verso il Patrimonio.

Il sito è stato inserito nel 2014 World Monuments Watch. È così che le sollecitazioni hanno prodotto risultanti importanti, anche se non decisivi. Il sito dello scavo a ottobre è stato inserito nel 2014 World Monuments Watch, cioè tra i 67 siti culturali a rischio distruzione. Soprattutto, la Soprintendenza Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio ha proposto nel giugno 2013 un vincolo indiretto sull’area, confermato il 20 novembre dello stesso anno. Vincolo nel quale si sottolineava come l’individuazione della distanza dalle Mura dei Francesi e l’inserimento di stringenti prescrizioni sono dirette “ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, che sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”.

Ricorso al Tar contro l’apposizione del vincolo. Il problema che a rientrare nella nuova norma è soltanto parte dell’area. Dei 7,7 ettari complessivi ne risultano esclusi 2,4. Ma il Comune di Ciampino non sembra soddisfatto neppure di questa vittoria a metà. Per questo motivo ricorre al Tar contro l’apposizione del vincolo. Così in attesa del pronunciamento, atteso per il prossimo 30 ottobre, tutto sembra essersi fermato. L’abbandono rilevabile senza difficoltà. Su tutta la vasta area. Sia su quella di proprietà comunale, nella quale insistono i resti della villa che in quella, privata, nella quale si trovano i Casali detti della Marcoandreola. Il Portale che permette l’accesso dalla via dei Laghi alla proprietà, opera di Girolamo Rainaldi, l’architetto che portò a termine i lavori del Campidoglio dopo la morte di Michelangelo, tutelato con vincolo diretto fin dal 1935, è crollato nell’aprile 2011.

Iniziati a fine 2013 i lavori di restauro. Dopo numerose segnalazioni. Soltanto nel dicembre 2013 la Soprintendenza ai Beni architettonici ha provveduto ad iniziare il suo restauro. Che a dispetto della data di fine lavori riportata sulla tabella con le notizie tecniche, prevista per aprile 2014, sembra ben lungi dall’essere terminato. A breve distanza, ancora fronte strada, appena poche settimane fa, è crollato anche il tetto della chiesetta inserita nel complesso. In condizioni estremamente precarie si presentano i casali. Con i muri perimetrali in più punti pericolosamente lesionati e la vegetazione infestante che avvolge per un’altezza considerevole le murature. Senza contare che i tetti sono in buona parte crollati. Va anche peggio all’area archeologica. La vegetazione infestante ha quasi ricoperto le grandi trincee realizzate per indagare l’area. Se non fosse per i cumuli di terra provenienti dallo scavo, presenti lungo i margini dei cavi, non sarebbe agevole rendersi conto della loro presenza. Camminandoci all’interno, tra un muro appena affiorante dal terreno e l’altro, si raggiungono i resti della villa. Le strutture della natatio sono in gran parte scoperte dai teli di protezione sistemati dai tecnici della Soprintendenza archeologica al termine dello scavo. A soffrire, più dei pavimenti in opera spicata, sembrano le creste dei muri e i rivestimenti in cocciopesto che in diversi punti appaiono visibilmente distaccati dalle cortine. A poca distanza altri resti, riconoscibili per la presenza della struttura metallica di un gazebo, sono in parte collassati. La mancanza di qualsiasi tipo di manutenzione è evidente.

Richiesta di estensione del vincolo del Movimento Ciampino Bene Comune. Per trovare una soluzione definitiva alla questione, recentemente l’Associazione Città Attiva Ciampino, insieme al Movimento Ciampino Bene Comune, ha inviato alle Soprintendenze competenti in materia la richiesta di estensione del vincolo alla aree che ne sono state escluse. Sostenendo che “Sarebbe infatti gravissimo se su tali aree, libere da vincoli, si realizzassero manufatti tali da modificare lo stato dei luoghi; soprattutto se, considerata l’impossibilità di edificare sulle aree limitrofe, si concentrasse su di esse tutta o parte della volumetria già prevista”. Tesi ragionevole. Ma finora rimasta senza seguito.

L’urbanistica dissennata che colma spazi senza alcun rispetto per la storia dei territori, cerca di piazzare un nuovo colpo. Di fare tabula rasa di un luogo anche di identificazione culturale. Decidendo arbitrariamente quale debba essere lo sviluppo di Ciampino. Fortunatamente si è ancora in tempo per rimediare.

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