Dopo il successo di Marine Le Pen e del suo Front National alle amministrative francesi, superato il brivido che scuote la schiena, alcune riflessioni si rendono inevitabili. 
Secondo la tettonica politica delle placche, la configurazione della crosta terrestre si sta evidentemente modificando e il movimento delle zolle continentali, al momento, sembra stia generando enormi catene e fosse oceaniche. 
Che si stia assistendo a una deriva dei continenti, nel senso più ampio del termine, è del resto abbastanza evidente; e altrettanto evidente è come alla deriva insieme ai continenti se ne stia andando il bipolarismo. Che progressisti e conservatori siano ormai due categorie superate ce lo insegna quotidianamente la nostra politica nazionale, che le ideologie siano uscite da tempo dalla lista della priorità lo si osserva in quasi tutti i paesi europei, eppure il successo dell’ultra destra ripulita che si è appena verificato in Francia imprime a lettere di fuoco la parola ‘tripolarismo’ sulla pelle del vecchio continente.
La catena montuosa di questo agglomerato politico xenofobo e nazionalista si è creata a causa della collisione delle placche europee che si sono avvicinate al fine di confluire nell’Unione. Ciò che stupisce è come questo processo culturale, dunque voluto dagli uomini, abbia finito per generare terremoti improvvisi, al di fuori di qualsiasi controllo umano, alla stregua di un fenomeno naturale come la tettonica delle placche.
La potenza di questi movimenti sismici ha prevaricato l’uomo, ne ha compresso l’identità in una deregulation di senso ma composta di regole che lo hanno aggiogato come un bue all’aratro. E’ fatta di questi buoi bendati che tirano l’aratro di un’economia sempre tattica e mai strategica, che li sfrutta e li spersonalizza, la collettività eterogenea che ieri si è trasformata nell’elettorato del Front National. Marine Le Pen ha avuto l’abilità di fare leva sulle pulsioni primitive di chi si sente minacciato da una politica nazionale sorda in quanto a sua volta aggiogata ai dictat transnazionali; è riuscita iaghescamente ad aizzare i suoi concittadini contro i partiti dell’alternanza, palesemente succubi dell’irragionevole ragionevolezza dell’Unione Europea; è stata in grado di riportare in auge, vestendola a nuovo con la dediabolisation (de-stigmatizzazione), l’avversione nei confronti di tutto ciè che è ‘alieno’.
A questo punto sorge spontanea un’altra considerazione: benedetto Movimento Cinque Stelle. Eh sì, perché, che lo si sia votato o no, che lo si condivida o meno, il Movimento ha risparmiato al nostro paese una deriva della Lega più becera o di qualsiasi altro partitino di estrema destra che si abbeverasse alla fonte della disperazione sociale. Temuti, contestati, definiti antidemocratici, i Cinque Stelle sono stati invece capaci di canalizzare la rabbia della gente in un contenitore altro, di darle una forma che per ora si e’ limitata a quella di un’opposizione parlamentare rigorosa e costruttiva e non sono mai caduti nella tentazione di beceri populismi conservatori tirati a lucido  da utilizzare come argomento dialettico contro l’Europa.
 
La corrente euroscettica è il segnale più importante che i governi stanno ricevendo prima di queste elezioni europee e ignorarla potrebbe essere loro fatale. Detto questo, c’è da aggiungere che gli euroscettici si stanno declinando in maniere molto diverse nei vari paesi e per una volta, c’è da dirlo, l’Italia è stata fortunata.
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