cosimo ferriÈ vittima di coincidenze sfortunate Cosimo Ferri, neosottosegretario alla Giustizia e magistrato prodigio. A soli 35 anni, con 553 preferenze, nel 2006 fu eletto al Csm nonostante fosse rimasto coinvolto in Calciopoli. Tre anni fa si è ritrovato in diverse intercettazioni telefoniche imbarazzanti: P3 e Agcom-Annozero. Mai, però, è stato indagato. Da Calciopoli, invece, è uscito dimettendosi da commissario della Figc, così ha evitato di essere giudicato.

Gli veniva imputato di “non aver adempiuto all’obbligo di informare senza indugio i competenti organi federali di essere venuto a conoscenza che terzi avevano posto o stavano per porre in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento e il risultato della gara Chievo Verona-Lazio del 20 febbraio 2005…”. In un’informativa, i carabinieri scrivono che attraverso Ferri l’allora vicepresidente della Fgci Mazzini “cerca un adeguato e riservato contatto con il Lotito soprattutto per la questione di maggiore interesse ovvero quella del favore arbitrale”. Le coincidenze sfortunate risalgono al 2009. Silvio Berlusconi, preoccupato di una condanna per la corruzione del testimone David Mills vuole bloccare a tutti i costi Annozero di Michele Santoro che stava preparando una puntata proprio su quel processo. Il premier “stalkerizza” al telefono il commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi che lo placa. Dice, ma non si sa se millanti, di “aver già fatto una riunione” con Alessio Gorla, nel cda Rai ed ex manager Fininvest, Paolo Romani, vice-ministro alle Comunicazioni e Ferri. L’attuale sottosegretario nega di aver suggerito come togliere di mezzo Annozero: “Per Innocenzi non rispettava alcune normative e io sono contrario alle trasmissioni che anticipano e celebrano giudizi simulati. Pertanto non ho avuto alcuna remora a esprimergli le mie opinioni”. Anche il Csm non ravvisò alcun comportamento da censurare. Il Comitato di presidenza (Nicola Mancino, Vincenzo Carbone e Vitaliano Esposito) si è tenuto nel cassetto una richiesta.

Ben 15 membri volevano aprire una pratica sui rapporti tra Ferri e Innocenzi ma quella richiesta fu “cestinata” dal Comitato. Nel 2010 il nome di Ferri spunta nelle intercettazioni della cosiddetta P3.

L’ex giudice tributarista Pasqualino Lombardi, che al Csm briga soprattutto per far nominare Alfonso Marra come presidente della Corte d’appello di Milano, si interessa anche di altri magistrati e chiama la segretaria di Ferri. “Han fatto pure il pubblico ministero di Isernia?”. E lei: “Aspe’, chi ti interessava?”. L.: “Paolo Albano, che è pure un amico!”. La segretaria, dopo un paio d’ore: “Ho chiesto proprio a Cosimo. M’ha detto che non ci dovrebbero essere problemi”. Finita la sua esperienza al Csm, Ferri passa a un altro successo. Due anni fa diventa segretario di Magistratura Indipendente, la corrente di destra che fu di suo padre, ex ministro Psdi ed ex europarlamentare di Forza Italia.

Quando Piero Grasso e Antonio Ingroia si presentano alle politiche, dichiara: “I magistrati hanno diritto di candidarsi ma è ora il momento di riflettere su nuove regole per tutelare la credibilità della magistratura davanti ai cittadini”.

Salvo poi accettare un incarico politico.

a.mascali@ilfattoquotidiano.it

Il Fatto Quotidiano, 4 aprile 2013

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