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Salute - 25 Dicembre 2022
Non sempre perdonare fa bene: ecco su cosa non è possibile passare sopra
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- 11:02 - 25 aprile: La Russa, 'Scurati fatto soldi su Mussolini, attendo trilogia su Stalin'
Pescara, 28 apr. (Adnkronos) - Il monologo di Scurati sul 25 aprile "lo avrei mandato in onda ma senza dargli una lira, altro che 1800 euro. Altrimenti lo avrei mandato ma con sottotitolo: 'questo contributo c'è, ma con fattura'". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, dal palco della kermesse di Fdi a Pescara. "Non voglio parlare di Scurati, già ha fa un sacco di soldi scrivendo di Mussolini. E' un uomo illuminato, ora mi aspetto una sua trilogia su Stalin...". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, dalla kermesse Fdi di Pescara, intervistato da Bianca Berlinguer che ha subito ironizzando: "ora volete la par condicio anche sulle trilogie..".
- 10:56 - **Fdi: a Pescara omaggio a Enrico Berlinguer, La Russa 'onore a sua memoria'**
Pescara, 25 aprile. (Adnkronos) - "Chi si chiama Berlinguer il coraggio ce l'ha dalla nascita". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, ringraziando la giornalista Bianca Berlinguer presente alla kermesse di FdI per intervistarlo. "I cognomi non si cancellano, in te onoriamo anche la memoria di tuo padre", ha detto la seconda carica dello Stato alla giornalista. "Essere sua figlia è un dono che la vita mi ha concesso, anche se ci ha lasciato troppo presto, io avevo solo 24 anni", ricorda la cronista. La sala, gremita, si alza in piede per un applauso all'ex dirigente comunista, in piedi anche La Russa.
- 10:49 - 25 aprile: La Russa, 'chiamato da Mattarella per post Riondino, ma non sono questi problemi'
Roma, 28 apr. (Adnkronos) - "Mi permetto di rendere omaggio al Presidente Mattarella, che considero una persona diritta, giusta, con idee non sempre coincidenti con le mie ma che stimo e rispetto". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, dal palco della kermesse di Pescara, spiegando di essere stato raggiunto da una chiamata dal Capo dello Stato che gli ha espresso solidarietà per il post shock dell'attore Riondino che lo ritraeva su Fb a testa in giù. "Io gli ho detto: Presidente, fossero questi i problemi...", ha raccontato La Russa.
- 10:38 - **Governo: La Russa, 'luna di miele dura 6 mesi, con Meloni più forte di prima'**
Roma, 28 apr. (Adnkronos) - I migliori risultati del governo Meloni? "Sono un uomo di parte in un ruolo non di parte, ma credo che la migliore risposta sia quella arrivata dagli italiani: non è semplice vedere un sostanziale consenso più forte di quello che c'era al momento del voto. Si dice che la luna di miele finisce dopo sei mesi, eppure continua, credo gli italiani abbiano compreso i risultati" conseguiti. Uno in particolare è quello che la sinistra non si aspettava: dicevano che l'arrivo di Meloni avrebbe creato danno in Europa e nel mondo, ovunque va invece riceve abbracci, consenso e adesioni". Così il presidente del Senato Ignazio La Russa intervistato da Bianca Berlinguer alla conferenza programmatica di Pescara.
- 10:30 - Fdi: La Russa, 'ringrazio Bianca Berlinguer che è venuta in tana lupo'
Pescara, 28 apr (Adnkronos) - "Ringrazio Bianca Berlinguer di essere venuta nella tana del lupo, sono convinta che mi farà anche domande difficili, ma voi applauditela sempre, mi farete un gran piacere. Come è nata la nostra amicizia? Bisogna tornare indietro nel tempo, quando era una giovane giornalista Rai e con Fini andammo negli States per una visita ufficiale della destra e passammo 10 giorni circa" con i cronisti al seguito. Ebbi il piacere in quell'occasione di apprezzare la sua apertura mentale, nonostante strade diverse, siamo sempre rimasti in buoni rapporti. Mi ha detto 'vengo a intervistarti per amicizia', ma è qui perché una gran giornalista". Così il presidente del Senato Ignazio La Russa intervistato da Bianca Berlinguer alla conferenza programmatica di Pescara.
- 10:26 - Fdi: Donzelli, 'polemica su magliette fa sorridere, Pd attacca perché senza idee'
Pescara, 28 apr. (Adnkronos) - "Invidia" a "sinistra da chi non riesce a fare altro che criticare quello che facciamo noi. Non c'è una proposta del Pd, solo accuse risibili, a partire dalla polemiche sulla tecnostruttura" a Pescara per la conferenza programmatica di Fdi. "E sorrido della polemica sulle magliette, diventa un problema anche un dono dato a un ospite che poi mostra il regalo ricevuta -'ecco la prova del regime', dicono- ma quale regime? La maglietta l'hanno presa tutti , anche gli esponenti del Pd" ad Atreju "e non per questo, per fortuna, sono iscritti a Fdi. Chi non fa critica, lo fa perché non può far altro. Noi condanniamo ogni totalitarismo e non accettiamo lezioni di democrazia da nessuno". Così Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi e 'regista' della kermesse Pescarese, intervendo dal palco della conferenza programmatica.
- 10:04 - Patto stabilità, Follini: "Partiti uniti nell'astensione ma in silenzio"
Roma, 28 apr. (Adnkronos) - "Quello che colpisce di più, nel voto di astensione al Parlamento di Strasburgo di quasi tutti i partiti italiani sul nuovo patto di stabilità europeo, è il silenzio. Nessuna avvisaglia il giorno prima. Nessun commento il giorno dopo. Quasi ad avvalorare l’ironico commento di Paolo Gentiloni compiaciuto (si fa per dire) di aver concorso alla più larga unità della politica italiana.
Si dirà che il voto di astensione è una prudente via di mezzo. E che non esclude affatto che più in là ci possa essere un voto a favore. Tanto più che se il nuovo patto non sembra troppo favorevole alle ragioni del nostro paese, l’ipotesi che si torni alle regole di prima suona molto ma molto meno propizia. E così, giocoforza, ci si dovrà adattare all’inesorabilità dei numeri. Laddove il peso del nostro debito non consentirà di fare grandi cambiamenti oggi né di fare grandi manovre di spesa domani o dopo.
Resta il fatto che i partiti italiani, quasi tutti, hanno dato voce sommessa al loro mugugno. Espresso quasi con gli stessi argomenti, prettamente “nazionali”, dai partiti di maggioranza e da quelli di opposizione. Tutti astenuti, tranne il M5S che ha pensato bene di votare contro. E così, forze politiche che danno vita quotidianamente a conflitti fin troppo aspri hanno deciso di attestarsi tutte quante sulla trincea dell’astensione, come a voler dire ai loro elettori, ognuno per proprio conto, che sarebbero stati strenui e combattivi nel difendere gli interessi dell’economia italiana. Pazienza se quella scelta era stata la stessa per quasi tutti. L’importante era poi far passare la cosa sotto silenzio.
Ora, si può discutere se quel voto sia stato giusto o sbagliato. E se magari possa rendere più forte oppure no la nostra posizione negoziale di qui in avanti. Ma quello che stupisce è che questa decisione sia stata presa quasi alla chetichella. Da parte della maggioranza smentendo la fatica del suo stesso ministro dell’economia. E da parte dell’opposizione smentendo l’altrettanta fatica del “suo” commissario europeo. Circostanza che ovviamente entrambi i fronti negano a gran voce. Ma che risulta quantomeno implicita se solo si confrontano le opinioni del giorno prima e i voti del giorno dopo. Realpolitik, si dirà. Salvo il fatto che non si intravede davvero un margine per ottenere che vengano riscritte quelle regole che prima o poi anche a noi toccherà sottoscrivere.
Ma la cosa che colpisce di più, insisto, è come il giorno dopo si sia voluto far calare un fitto sipario sull’argomento. Siamo abituati ad ascoltare proclami stentorei, annunci di guerra, bollettini di vittoria. Non c’è giornata in cui non si sentano i partiti far la voce grossa enfatizzando a dismisura le svolte, le novità, le buone intenzioni che accompagnano il loro cammino. E contestualmente mettendo alla berlina i loro avversari, spesso e volentieri deformandone le posizioni come se ci trovassimo dentro una apocalittica e permanente campagna elettorale.
E quando invece sarebbe il caso di richiamare l’attenzione, di spiegare le cose, di dar conto di una novità importante -condivisibile o meno che sia- ci si trincera in un silenzio imbarazzato e imbarazzante. Magari confidando che i loro elettori non si avvedano che i propri partiti, divisi, divisissimi il giorno prima, hanno fatto tutti il giorno dopo la stessa, stessissima scelta. Nascosta prudentemente in attesa che la cronaca politica potesse restituire ciascuno alla propria trincea, magari drammatizzando l’ultima disputa sulla Rai o il controverso conteggio dei voti in qualche lontana contrada presto archiviata.
Insisto, il punto non è tanto se quel voto sia stato giusto o sbagliato, se esso serva a tutelare meglio o rischi invece di mettere più a repentaglio i nostri interessi nazionali. Il punto è che questi passaggi andrebbero costruiti, spiegati, socializzati. E se per una volta capita che ci si ritrovi a votare tutti insieme, anche di questo sarebbe giusto mettere a parte l’opinione pubblica. Confidare nella poca memoria delle persone non è mai un buon investimento per una grande democrazia". (di Marco Follini)