“Le due parole più belle nel mondo dello sport? Game seven (gara sette)”. Con le spalle al muro, i Minnesota Timberwolves travolgono i Denver Nuggets 115-70 in una Gara 6 mai messa in discussione, sin dal primo quarto. Una vittoria che allunga ulteriormente la serie – valida per le semifinali di Western Conference – ed entra di diritto nella storia dei playoff NBA. Il motivo? Si tratta dell’ottavo scarto più ampio di sempre (+45) nella post-season. La difesa e l’energia di Edwards e compagni annientano i dormienti Nuggets. Ora, i campioni in carica sono a un bivio.

Le statistiche di una serata storica
La sfida tra Minnesota e T’Wolves dura solamente 12 minuti, praticamente un primo quarto. Eppure Jokic e compagni erano partiti con il piede giusto: 9-2 il vantaggio iniziale, poi il vuoto. Al Target Center è una Gara 6 a senso unico: il devastante parziale di 27-2 dà una decisiva svolta (anche emotiva) al match. Denver tira con il 30% dal campo e con un preoccupante 7-36 da tre punti.

Notte fonda a Denver: è l’ottavo scarto più ampio nella storia dei Playoff
Una sconfitta che condanna i Nuggets a entrare nella storia (sbagliata) dei playoff NBA. Si tratta, infatti, della sconfitta con l’ottavo più scarto di sempre nella storia dei playoff. Nelle sette occasioni precedenti chi ha vinto con così largo margine una partita si è poi quasi sempre portato a casa la serie: tutti, tranne proprio i T’Wolves, ma parliamo di un’altra epoca. Lo scarto più ampio in post-season? Dobbiamo tornare al 1956: Minneapolis Lakers-St. Louis Hawks 133-75 (+58).

Euforia T’Wolves, disastro Nuggets
Una difesa asfissiante ed efficace, Edwards segna, diverte il pubblico del Target Center e “provoca” gli avversari sottolineando – mimando con le mani sette dita – che la serie è ancora in corsa. Dall’altra parte, il blackout in casa Denver è preoccupante, soprattutto per la piega che ha preso la partita senza dare l’impressione di una minima reazione. La resa, forse, è vicina. I T’Wolves rilanciano le proprie ambizoni, i Nuggets sono chiamati a una risposta da veri campioni. 48 minuti (o più) per un solo posto alle prossime finali di Conference.

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