Con un emendamento inserito in extremis nel decreto Sostegni bis sono stati sottratti 15 milioni di euro al Fondo di protezione civile per la prevenzione dei rischi e per il sostegno al volontariato per ‘svincolare’ l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) dalla convenzione che fino ad oggi lo ha legato al Dipartimento per tutto ciò che concerne l’attività scientifica. Una scelta che, attacca la Protezione Civile, “mette in discussione uno dei pilastri del sistema” perché ha “incrinato lo stretto rapporto di sinergia” con l’Ingv. “L’emendamento colpisce il sistema non solo da un punto di vista economico-finanziario, che è l’aspetto che preoccupa di meno, ma soprattutto il meccanismo di coordinamento degli enti scientifici”, il duro commento del capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Opposta la reazione dell’Ingv: il finanziamento diretto dell’istituto “è volto a eliminare un passaggio contabile intermedio, nell’ottica della semplificazione amministrativa senza sottrarre risorse alle attività svolte dal DPC e senza minare l’equilibrio nei rispettivi ruoli, anzi rafforzandolo”.

L’emendamento al centro della polemica – l’articolo 9 comma 1 quater del Sostegni bis – è uno di quelli citati anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lettera di accompagnamento alla promulgazione della legge indirizzata al Parlamento con la quale viene contestato l’eccessivo uso di emendamenti con norme fuori tema. Il decreto infatti dovrebbe riguardare “Misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19“. In particolare, l’emendamento interviene sulla legge istitutiva dell’Ingv: le sue attività, si leggeva nella precedente versione, sono “svolte in regime di convenzione con il Dipartimento della protezione civile”. La modifica prevede invece che siano “svolte in coordinamento con il Dipartimento della protezione civile, ferma restando l’autonomia scientifica dell’Ingv”.

“In nome dell’incontestabile principio dell’autonomia scientifica, di cui il Dipartimento è e rimane fermo sostenitore – dice la Protezione Civile – con un emendamento dell’ultimo minuto si è incrinato lo stretto rapporto di sinergia tra l’Ingv e il Servizio nazionale della protezione civile, svincolando le attività dell’Istituto dalla convenzione che storicamente ne regola i rapporti con il Dipartimento e introducendo un elemento di forte disparità all’interno di un sistema complesso costituito da tanti enti e istituti scientifici”. Tutte “realtà di eccellenza” che danno un contributo “specifico e prezioso” e di cui l’Ingv è “solo una, seppure con un ruolo essenziale e insostituibile”. Spetta alla Protezione Civile, dice il Dipartimento, “gestire questa rete di competenze” per “integrare le conoscenze e i prodotti derivanti da attività di ricerca e innovazione in concrete attività di riduzione del rischio, assumendosi quotidianamente la responsabilità delle scelte delicatissime che ne derivano”.

L’emendamento, sostiene sempre la Protezione civile, cambia radicalmente la situazione: “Si mette in discussione uno dei pilastri del nostro sistema, ossia il ruolo della comunità scientifica nella ricerca per fini di protezione civile”. Il Dipartimento è già al lavoro per rimediare a “questo elemento di squilibrio” e “continuare a garantire questa efficienza”, “nel rispetto dei ruoli di ciascuno e con l’unico obiettivo di assicurare un servizio adeguato al Paese”. “Ben vengano gli investimenti nella ricerca scientifica e gli interventi a sostegno della sua autonomia – concludono da via Ulpiano – ma non a discapito del Fondo nazionale di protezione civile, indebolendo il ruolo della comunità scientifica nel Servizio nazionale e depauperando le risorse destinate alla previsione, prevenzione e mitigazione dei molteplici rischi che interessano il nostro Paese”.

Per l’Ingv e il suo presidente Carlo Doglioni, invece, con il Sostegni bis “viene semplificato il finanziamento per le sue attività istituzionali che vengono attribuiti all’Ingv direttamente senza passare per il Dipartimento di Protezione Civile. I 15 milioni di euro attribuiti dalla norma sono meno di quello che l’Ingv spende annualmente, circa 18 milioni all’anno, e sono poco più di quanto il Dipartimento di Protezione Civile trasferisce ogni anno all’istituto”. Secondo Doglioni, quindi, il finanziamento diretto “è volto a eliminare un passaggio contabile intermedio, nell’ottica della semplificazione amministrativa senza sottrarre risorse alle attività svolte dal DPC e senza minare l’equilibrio nei rispettivi ruoli, anzi rafforzandolo”. “L’Ingv – conclude – continuerà a garantire la piena collaborazione con la Protezione Civile Nazionale aumentando e possibilmente migliorando le proprie attività”.

Non è d’accordo Fabrizio Curcio, che oggi da Camerino ha commentato: “Improvvisamente un pezzo del sistema se ne va da un’altra parte ed è questo a preoccupare“. “Tutto questo – ha rimarcato il capo della Protezione civile – non va confuso con l’aspetto economico-finanziario e non va confuso nemmeno con il tema della burocrazia, che è tutta un’altra cosa”. Curcio ha inoltre ricordato che non ha nulla a che vedere neanche “con la libera scienza che noi promuoviamo e non ha nulla a che vedere con quella parte di scienza che produce prodotti ai fini di Protezione civile”. “Non ha nulla a che vedere nemmeno con la burocrazia che viene citata nelle procedure e viene collegata a questo emendamento”, ha concluso.

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