Silvio Berlusconi messo in minoranza dentro Forza Italia? Sembra un’idea assurda, ma è successo davvero: a gennaio del 2015, durante le trattative per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. O almeno è ciò che sostiene Gaetano Quagliariello, politologo, ex ministro delle Riforme e ai tempi coordinatore del Nuovo centrodestra (Ncd), il partitino moderato fondato da Angelino Alfano per sostenere il governo Letta. In un’intervista al Corriere della sera, Quagliariello racconta che per il Colle l’uomo di Arcore avrebbe voluto votare il candidato poi eletto, l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella, ma fu bloccato dalla contrarietà espressa dai colonnelli del suo partito. “Fu uno snodo molto sottovalutato della storia d’Italia”, esordisce l’ex ministro. “Berlusconi puntava su Giuliano Amato e sostenne che la candidatura era stata concordata” con Matteo Renzi. Il problema”, aggiunge, “fu che ne aveva parlato anche con Massimo D’Alema“, nemico giurato dell’ex Rottamatore dentro il Pd.

Così l’accordo saltò. A quel punto, ricorda Quagliariello, per Renzi “era legittimo e per certi versi politicamente saggio” andare sul nome di Sergio Mattarella. “Ma scelse di decidere da solo invece di discuterne con Ncd, con cui aveva un patto di governo, e con Forza Italia, con cui aveva un patto sulle riforme”, il celebre patto del Nazareno. “Contrariati per l’atteggiamento di Renzi, noi e Forza Italia facemmo scattare il nostro “patto di consultazione“. Le votazioni erano già iniziate quando ci vedemmo al Viminale”, nell’ufficio di Alfano allora ministro. Lì, racconta, Berlusconi si dichiarò a favore di una convergenza sull’attuale capo dello Stato: “Io conclusi che sarebbe stato preferibile votare Mattarella”, lui “prese la parola dopo di me e si disse d’accordo. Alla fine aggiunse una breve considerazione: quello che lui avrebbe auspicato più di ogni altra cosa era che il futuro presidente della Repubblica potesse dare la grazia a Marcello Dell’Utri“.

D’altra parte, sottolinea l’ex ministro al Corriere, “l’opinione di Berlusconi su Mattarella la conoscevamo già. Si erano incontrati due anni prima e ci aveva confidato di essere rimasto bene impressionato: ce ne parlò in termini molto positivi”. Come andò a finire, però, è storia nota: Forza Italia e il suo leader, a differenza di Ncd, non votarono Mattarella, rompendo il patto del Nazareno. Secondo Quagliariello, questo successe perché “durante l’incontro tutti gli altri ospiti espressero una posizione differente rispetto a quella del Cavaliere”, compresi il suo avvocato Niccolò Ghedini e il suo consigliere più importante, Gianni Letta. Un retroscena finora inedito che però l’attuale leader di Forza Italia, il vicepremier Antonio Tajani, nega con decisione: “Berlusconi messo in minoranza dentro al partito mi sembra una cosa che non sia mai esistita” afferma, interpellato dai cronisti a Bari. Il protagonista della storia, però, la sua versione non può più darla da un pezzo.

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