Il 6 dicembre dell’anno scorso era stato arrestato a Dubai in seguito a un mandato di arresto emesso in seguito alla condanna in via definitiva per il crac del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima e di Porta Vittoria, emessa a luglio del 2022. Ma l’immobiliarista Danilo Coppola non sarà estradato dalle autorità degli Emirati Arabi Uniti. Il 56enne immobiliarista romano protagonista della stagione dei “furbetti del quartierino” e delle scalate bancarie di una ventina d’anni fa quindi resterà a Dubai e per ora non sconterà la pena.

“Sono molto emozionato, qui la giustizia funziona, non c’è il pregiudizio, non c’è il preconcetto, vige la meritocrazia”, ha detto Coppola in un video sul suo canale social, raccontando che i giudici degli Emirati hanno “analizzato” gli atti e le “persecuzioni che mi riguardano” e “ritengono che la mia persona sia perseguitata”. E il suo legale, l’avvocato Gaetano De Perna, ha commentato: “Finalmente un Giudice a Berlino … non conosciamo ancora le motivazioni, ma ce n’erano molteplici per rigettare la richiesta di estradizione. Il mio studio ci ha lavorato tanto, ma alla fine la giustizia trionfa comunque”.

L’Italia aveva chiesto l’estradizione sulla base della condanna definitiva a 7 anni del primo luglio 2022 per tre diversi episodi di bancarotta fraudolenta: i crac del ‘Gruppo Immobiliare 2004’, di ‘Mib Prima spa’ e di ‘Porta Vittoria spa’, quest’ultimo dichiarato il 15 settembre 2016. La pena definitiva era stata ridotta, poi, a 6 anni, 2 mesi e 12 giorni considerando il periodo già trascorso tra carcere e domiciliari in fase cautelare. A cui sono stati aggiunti anche tre mesi per una condanna per diffamazione a Bergamo.

Per Coppola, che all’epoca aveva patteggiato per il caso Antonveneta, lo scorso 19 marzo a Milano è arrivata anche un’altra condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi nel processo milanese per il caso “Porta Vittoria bis”, sempre per bancarotta. Una condanna che ha portato la pena finale, “in continuazione” con quella del precedente filone, a 9 anni e 8 mesi. Inoltre, l’immobiliarista è a processo, ancora una volta nel capoluogo lombardo, anche per il caso Prelios. In questo procedimento le autorità elvetiche, tra l’altro, avevano negato in passato la sua consegna all’Italia per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia in carcere per l’accusa di tentata estorsione.

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