Gianfranco Miccichè è stato interrogato venerdì dal gip di Palermo nell’ambito dell’inchiesta in cui è indagato per peculato, truffa e false attestazioni per l’uso dell’auto assegnata dall’Assemblea regionale siciliana in quanto ex presidente. Secondo quanto si apprende, il deputato regionale avrebbe parzialmente ammesso alcune condotte a lui contestate dai magistrati. Secondo l’accusa avrebbe utilizzato l’auto blu per fini privati e avrebbe confermato missioni di servizio, mai svolte, dall’autista che avrebbe incassato così indennità indebite.

Tra le tante contestazioni c’è anche quella di avere utilizzato l’autovettura di servizio per consegnare un bidone di benzina alla moglie rimasta in panne, per farsi portare due teglie di pasta al forno il giorno del suo compleanno e anche per portare il suo gatto dal veterinario. Ed è lo stesso Miccichè a confermare quest’ultima circostanza all’Ansa: “Il gatto stava malissimo, ha 13 anni. Sì è vero, è stato accompagnato in auto blu dal veterinario. Mia figlia mi diceva di portarlo subito a controllo e, onestamente, dico che lo rifarei“, sottolinea l’attuale deputato regionale di Forza Italia. A lui il 20 maggio è stata notificata la misura cautelare del divieto di dimora a Cefalù. “Se ho commesso forzature nell’uso della vettura me ne assumo le responsabilità, ma ho fatto tutto in buona fede“, aggiunge Miccichè: “Non c’è mai stata da parte mia la consapevolezza di commettere abusi”. La procura contesta al politico di aver usato in maniera illecita l’Audi della Regione per 33 volte, tra marzo e novembre del 2023.

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