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Strage di Bologna, chiesta la conferma dell’ergastolo per Bellini: “Era in stazione. Vicenda infestata da depistaggi”

Strage di Bologna, chiesta la conferma dell’ergastolo per Bellini: “Era in stazione. Vicenda infestata da depistaggi”
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“Le immagini di Polzer dimostrano senza alcun dubbio che il soggetto identificato come Bellini era a Bologna in stazione il giorno della strage”. Il sostituto procuratore generale di Bologna Nicola Proto, ha chiesto la conferma dell’ergastolo davanti alla Corte d’assise d’appello di Bologna per l’ex Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, accusato di essere uno degli autori della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, in concorso con gli ex Nar già condannati e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato. Bellini in primo grado è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno di un anno.

A processo anche l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, condannato a 6 anni per depistaggio dalla Corte d’sssise di Bologna e l’ex amministratore di condomini in via Gradoli a Roma, Domenico Catracchia, condannato a 4 anni per false informazioni al pm. Il sostituto Pg ha parlato dell’attendibilità di Maurizia Bonini, ex moglie di Paolo Bellini, che con le sue dichiarazioni, riconoscendolo nel video amatoriale in stazione la mattina della strage, ha fatto cadere l’alibi che per 40 anni ha coperto l’ex terrorista di Avanguardia nazionale.

“Questo delitto è inconfessabile” e la vicenda della strage del 2 agosto è “infestata dai depistaggi”, che “impediscono la ricostruzione di ogni singolo ruolo” ha sostenuto l’accusa. Al dibattimento è stato accertato che Bellini si precostituì l’alibi utilizzando la nipote Daniela, e questo è un fatto agghiacciante. La caduta dell’alibi precostituito per sviare l’evento – ha aggiunto Proto – diventa prova a suo carico. Quindi non abbiamo solo la prova della presenza di Bellini in stazione, ma c’è anche l’alibi precostituito. Quell’alibi serve a togliere Bellini da Bologna”.

Il sostituto ha poi affrontato i rapporti tra Bellini, destra eversiva, e i servizi segreti deviati. “Bellini non solo era inserito nella destra eversiva, ma era anche conosciuto nell’ambiente, tanto che Gilberto Cavallini aveva inserito il suo nome (anche se riportato come Giorgio Bellini, ndr) nella sua agenda”, ha detto Proto.
E ancora: “Il collegamento con i servizi passa poi per i rapporti con l’allora procuratore capo di Bologna Ugo Sisti. Sisti era strettamente collegato ad Aldo Bellini, al senatore dell’Msi Franco Mariani e al generale Pietro Musumeci del vecchio Sismi”. Nella prossima udienza, fissata al 22 maggio, la Procura generale si concentrerà invece sulle posizioni di Segatel e Catracchia. Conclusa la requisitoria del Pg sarà poi la volta dei legali dei familiari delle vittime della strage, in rappresentanza delle parti civili.

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