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Sparatoria davanti alla casa di Drake dopo le accuse di pedofilia di Kendrick Lamar: ferita una guardia del corpo del rapper

Oltre ai colpi d’arma da fuoco, la vetrina dello store londinese di Drake è stata vandalizzata con lo spray

di Andrea Bressan
Sparatoria davanti alla casa di Drake dopo le accuse di pedofilia di Kendrick Lamar: ferita una guardia del corpo del rapper

Il dissing tra Drake e Kendrick Lamar rischia di andare fuori controllo. Se fino a qualche giorno fa il beef (faida musicale tra rapper rivali) pareva riguardare ampia parte della scena hip hop americana, nelle ultime ore il cerchio si è notevolmente ristretto a due nomi: Drake e Lamar. Che i due non vadano d’amore e d’accordo è risaputo. Lamar, smentendo J. Cole, si è autoproclamato come ‘miglior rapper (il ‘GOAT’) in circolazione’, ma ciò non è andato giù a Drake. Da lì è nato un aspro dissing tra i due, – Drake e Lamar – con il primo che, tra le altre, ha pubblicato “Taylor Made Freestyle”, per poi essere costretto a rimuoverlo perché è un “palese abuso” dell’influenza di Tupac.

Il dissing, tuttavia, sta andando decisamente oltre l’ambito musicale. Che sia un momento di grande hype per il mondo dell’hip hop mondiale è fuori discussione. Drake e Kendrick sono due fuoriclasse del genere che, attualmente, hanno pubblicato cinque canzoni a testa durante tutto l’arco della faida. La battaglia, strofa dopo strofa, si arricchisce sempre più di gravissime accuse che, confermate o smentite, potrebbero generare un effetto deleterio – almeno nel breve termine – sull’immagine dei protagonisti.

Analizziamo ora i punti più salienti: dopo qualche scambio di frecciatine, il primo a scendere profondamente nel personale è stato Drake che, nella canzone “Family Matters”, ha accusato l’artista di Compton (Kendrick) di violenza domestica nei confronti della compagna Whitney Alford (“Quando metti le mani addosso alla tua ragazza, è legittima difesa perché lei è più grande di te?”, scrive Drake) alludendo, inoltre, che uno dei figli di Lamar non sia effettivamente suo, bensì del manager Dave Free. La risposta di Kendrick è stata pesantissima. Il rapper, premio Pulitzer, ha replicato solamente mezz’oretta dopo con “Meet the Grahams”. Solamente in trenta minuti. La domanda, allora, sorge spontanea: com’è stato possibile controbattere a delle accuse in così poco tempo? Ed è qui che sta tutta l’astuzia di Lamar che, con tutta probabilità, aspettandosi un feroce testo da Drake (presente per l’appunto in “Family Matters”), si era già portato avanti nella registrazione di un ulteriore pezzo.

Che dire, una mossa sicuramente astuta quella di Lamar che, all’occhio ed all’orecchio dell’opinione pubblica, si è dimostrato reattivo in quella che, oramai, possiamo definire come vera e propria “guerra musicale”. “Meet the Grahams” è una di quelle tracce che, ascoltate, creano nello spettatore un insieme di emozioni contrastanti. Tra stupore, incredulità e voglia di approfondire le questioni citate da Lamar, il brano è tanto pesante da dover essere spolpato in più parti. “Meet the Grahams” sembra quasi una lettera di Kendrick ai genitori ed al figlio (Adonis) di Drake. Il producer canadese viene accusato dal rivale di aver mantenuta nascosta l’identità di una sua presunta erede di 11 anni. Kendrick però non si ferma e, poche ore dopo, fa uscire un altro singolo: “Not Like Us”.

Le insinuazioni si fanno sempre più pesanti e Lamar sostiene che Drake è “un pedofilo certificato” (“Certified Lover Boy? Certified pedophiles”). Drake non poteva tacere davanti a tutto ciò e, infatti, è arrivata l’ennesima controrisposta. L’artista si è dissociato dalle incriminazioni avanzate dal collega, affermando sia stato lui stesso (Drake) a passargli indirettamente – tramite il proprio team – informazioni di questo tipo. L’obiettivo di Drake? Abbattere la credibilità di Kendrick. Tuttavia, sono in pochi a credere a questa teoria montata dal rapper canadese. “Hai aspettato questo momento, sopraffatto dalla disperazione. Abbiamo complottato per una settimana e poi vi abbiamo fornito le informazioni. Una figlia che ha undici anni, scommetto che se la prende. Abbiamo pensato di dare un nome falso o una destinazione. Ma tu sei così assetato che non ti preoccupi delle indagini”, canta nell’ultima (momentanea?) risposta Drake in “The Heart Part 6”.

Il gigantesco dissing sta creando spaccature negli States e non solo. Tra chi crede alle imputazioni mosse da Kendrick e chi, invece, difende a spada tratta Drake. Ora come ora il termometro dell’opinione pubblica segna Lamar in una posizione di vantaggio, anche se si sta rischiando di portare avanti un’escalation potenzialmente pericolosa. Nella giornata di ieri, 8 maggio, c’è stata una sparatoria nei pressi dell’abitazione del rapper Drake, a Toronto. A rimanere ferito dai colpi di arma da fuoco è stata una delle guardie del corpo del cantante ma, fortunatamente, non è in pericolo di vita. Come riportato dai media locali, l’incidente si è verificato verso le 2:10 del mattino, con il sospettato che è fuggito dai pressi dell’abitazione di Drake a bordo di un’auto. Il rapper “sta collaborando con la polizia”, scrivono i media canadesi.

Ma non è finita qui. Oltre alla sparatoria, lo store londinese di Drake è stato vandalizzato con dello spray. Come spiegato dalla rivista XXL, sulla vetrina del punto vendita dell’artista americano, è stato scritto “They Not Like Us”, ovvero il ritornello dell’ultima diss track di Kendrick. Tutte coincidenze? Ora è sempre più difficile crederlo.

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