Una visita strategica agli amici del Vecchio continente per provare a cambiare la narrazione sulla Cina in un momento di tensioni e ultimatum sul piano internazionale. Il viaggio di Xi Jinping in Europa è cominciato dalla Francia, Paese competitor ma accomodantesecondo l’ottica cinese – dove il presidente della Repubblica popolare si intratterrà fino a martedì 7 maggio per poi proseguire alla volta delle più dialoganti Serbia e Ungheria. L’ultima volta che Xi è stato accolto in Europa era il 2019. Allora la comunità internazionale considerava ancora la Cina come partner economico di rilievo nonostante i primi dazi di Donald Trump, ma soprattutto non aveva ancora visto il dispiegarsi di una pandemia e di due guerre. Il palcoscenico globale sul quale Xi si affaccia oggi guarda invece alla Cina con fare scettico se non ostile, per via della vicinanza tra Pechino e Mosca e per la percepita minaccia della forza produttiva cinese in settori chiave per l’innovazione tecnologica come i pannelli solari e le auto elettriche. Così il presidente cinese sceglie di ricucire il suo rapporto con l’Europa partendo dal legame con la Francia (e in modo significativo non con la Germania) e del suo presidente, “l’amico comprensivo” Emmanuel Macron a cui ha già promesso un aiuto concreto per ottenere l’agognata tregua olimpica durante i Giochi di Parigi 2024.

Macron: l’amico europeo che “capisce” la Cina – I media cinesi lo descrivono come un amico in grado di “conoscere e capire la Cina”, mentre gli utenti social della Repubblica popolare si domandano adoranti se il presidente francese non sia nostalgico della ballata cinese che ha accompagnato il tè preso in compagnia di Xi un anno fa a Guangzhou, nel giardino dei Pini. Nella fitta giornata istituzionale del leader cinese in Francia, cominciata con il trilaterale con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è Macron il vero interlocutore e l’obiettivo principale della visita. Nonostante le differenze e gli ambiti di competizione, i due leader stanno facendo leva sul loro rapporto personale per portare avanti il dialogo tra Parigi e Pechino, con Macron che si fa portavoce dell’Ue intera mostrandosi meno giudicante di Bruxelles. È in quest’ottica che domani Macron accompagnerà Xi nella regione dei Pirenei, nel sud-ovest della Francia, per un pranzo al col du Tourmalet dove il presidente francese da bambino passava le vacanze assieme alla nonna. Un approccio intimo con il leader cinese, per provare a mantenere aperto il canale di comunicazione con l’unico uomo davvero in grado di dialogare con la Russia di Vladimir Putin. Il primo risultato concreto in questo senso dal colloquio bilaterale tra tra Xi e Macron è arrivato in serata dopo la cerimonia di benvenuto all’Hotel National Des Invalides e riguarda proprio l’interferenza di Putin. Macron ha infatti ringraziato Xi per il sostegno alla tregua olimpica, dichiarando che una pausa nei conflitti durante i Giochi di Parigi “per tutti i teatri di guerra possa essere un’occasione per lavorare a una soluzione duratura nel pieno rispetto del diritto internazionale”. La rassicurazione cinese è arrivata nella forma simbolica del dono da parte di Xi delle torce delle Olimpiadi di Pechino 2008 (le stesse in cui la marcia della torcia olimpica era stata interrotta proprio a Parigi per via delle proteste pro-Tibet) e di quelle invernali di Pechino 2022. “La Francia è una nazione sportiva forte. Auguro alle Olimpiadi di Parigi un grande successo”, ha dichiarato il presidente cinese.

Il gioco delle parti: Xi, Macron, Von der Leyen – Un clima disteso, quello della seconda serata in Francia di Xi, dopo una mattinata in salita per via dell’incontro con Von der Leyen. Qui Macron ha lasciato che fosse la leader europea a fare la parte del “poliziotto cattivo”, lasciando alla presidente della Commissione Ue la parola sulle tematiche più spinose nel rapporto con la Cina. Prima tra tutte, il rapporto tra Pechino e Mosca, già oggetto di pressioni da parte degli Stati Uniti come evidenziato durante la recente visita del segretario di Stato americano Antony Blinken, che a Pechino ha sottolineato come “senza il sostegno della Cina la Russia sarebbe in difficoltà” nella guerra in Ucraina. “Con Xi Jinping abbiamo discusso dell’impegno della Cina a non fornire equipaggiamenti letali destinati alla Russia”, ha dichiarato a proposito Von der Leyen, ribadendo che “serve uno sforzo maggiore per ridurre le esportazioni di tecnologie dual use (di utilizzo sia civile che militare ndr) che finiscono sul campo di battaglia”. Da parte sua Xi, che ha sempre negato il commercio di armi verso la Russia, in un editoriale per Le Figaro si è detto disponibile a “lavorare insieme alla comunità internazionale per risolvere la crisi ucraina”. Su questo Macron ha successivamente commentato dicendosi soddisfatto dell’impegno cinese di “astenersi dalla vendita di armi” a Mosca.

Sovrapproduzione e concorrenza sleale – Dialogo tra sordi invece sul fronte commerciale. Da una parte Von der Leyen ha invitato la Cina a una “concorrenza leale” dichiarando che “i prodotti sovvenzionati dal Paese come veicoli elettrici e acciaio stanno inondando il mercato europeo” e che “il mondo non può assorbire la sovrapproduzione della Cina”, Xi ha risposto che il problema della sovrapproduzione in Cina “non esiste” e che Pechino “contribuisce in modo significativo ad aumentare l’offerta sul piano globale alleviando la pressione dell’inflazione”. Il tutto mentre l’Unione europea ha concluso l’ennesima indagine anti-dumping sui presunti sussidi di Stato cinesi in industrie chiave a cui la Cina ha risposto con altrettante investigazioni: da ultimo quella sull’importazione di superalcolici, compreso il vendutissimo Cognac francese. Anche per questi riferimenti Macron si è affrettato a sottolineare che una “logica di decoupling sarebbe dannosa”, sottolineando tuttavia che servono “regole eque per tutti”.

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