“Se avessi dovuto votare ieri sull’invio delle armi in Ucraina, avrei votato contro, ma non è una novità perché nel Pd ci sono già deputati e senatori che hanno votato in modo diverso dalla maggioranza del partito“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24 Mattino, su Radio24, da Cecilia Strada, candidata alle elezioni europee come capolista indipendente del Pd nella circoscrizione del Nordovest .
La figlia dell’indimenticato Gino Strada ribadisce la sua nota posizione sulla guerra in Ucraina: “Dopo due anni non stiamo ancora costruendo la pace giusta in Ucraina, quindi evidentemente è necessario un negoziato, serve un’azione forte europea che ancora non si è vista. Tutti vogliamo sostenere l’Ucraina ma finora è stata sostenuta solo con le armi”.
“Con Putin non si è rivelato particolarmente facile trattare”, osserva il conduttore della trasmissione, Simone Spetia.
“Certamente no – risponde l’ex presidente di Emergency – però è quello che va fatto. Il negoziato lo devi fare col tuo avversario, non con l’amico. Io negli ultimi anni mi sono occupata di Mar Mediterraneo, quindi non sono io quella pagata per lavorare a una soluzione diplomatica“.

Cecilia Strada sottolinea: “La trattativa va fatta. E non è che sono arrivati i Marco Tarquinio e le Cecilia Strada a dire questa cosa all’interno del Pd, perché per fortuna questo partito è già uno spazio in cui esiste la pluralità d’idee. Poi la segreteria fa una sintesi delle varie posizioni. Quindi – puntualizza – non c’è nessuna polemica: l’obiettivo comune nel Pd è quello di raggiungere una pace giusta in Ucraina. Discutiamo all’interno del Pd sul modo in cui ottenerlo? Sì. Ma non ci vedo nulla di polemico in questo, perché l’obiettivo è assolutamente condiviso“.

“E chi deve dare le carte per avere una pace giusta in Ucraina?”, chiede Spetia.
“Tutte le forze che hanno potere di negoziato – risponde Strada – Mi auguro che la Ue possa parlare con una unica voce su questo, anche perché la diplomazia e la politica estera dell’Europa di fatto sono quelle che ci garantiscono la difesa europea. Le condizioni ovviamente vanno stabilite dal tavolo negoziale”.
Alla domanda di Spetia su come voterebbe al Parlamento europeo per un invio delle armi in Ucraina, Strada risponde convintamente: “Posso essere abbastanza sognatrice da sperare di non dovermi trovare a votare sull’invio di armi perché il problema sarà già stato risolto prima? È quello che auguro sinceramente alla popolazione ucraina. Se capiterà di votare su questo, lo valuteremo al momento in cui ci sarà da votare in base alla situazione del contesto – spiega – Sul tema di come abbiamo inviato le armi, la stessa Commissione Europea ha detto agli Stati che si stavano svuotando gli arsenali per mandare le armi in Ucraina chiedendo però i soldi all`Ue per il costo delle armi nuove. Diamo cioè ferri vecchi all’Ucraina per rifare gli arsenali. Un altro problema è stato legato ai sussidi che sono dati all’industria bellica per aumentare la produzione di munizioni per l’Ucraina”.

Spetia ricorda nuovamente che l’ala riformista del Pd ha tutt’altra posizione ma Strada riconferma la sua tesi: “Io non so lei, ma quando mi trovo in una stanza con 10 persone che la pensano identicamente come me, mi viene paura. Quindi, per me poter avere opinioni diverse è sempre una ricchezza. Ma, ripeto, ci sono già nel Pd e vengono sintetizzate dalla segreteria di partito. Noi ci stiamo presentando alle europee – spiega – con questi temi: no a un mare cimitero, salario giusto e non sfruttamento dei lavoratori, un’Europa per la pace e non per la guerra. Le nostre sfide sono sulle diseguaglianze, sulla guerra, sulla transizione ecologica e sui milioni di lavoratori in povertà”.
“È stato un errore – chiede infine Spetia – la campagna del Pd ‘Ignoralo’ su Vannacci?”.
“Chi?”, risponde ironicamente Cecilia Strada.

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