Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club Italia, andrà a processo per aver omesso di comunicare emolumenti percepiti da diversi enti, aggirando così, secondo la procura di Roma, il tetto annuale di 240mila euro previsto per i manager pubblici. L’indagine era emersa nell’agosto del 2023.

Secondo il sostituto procuratore Carlo Villani, tra il 2017 e il 2020, avrebbe dichiarato alla segreteria dell’Ente da lui presieduto dati non corretti relativi ai propri redditi. Da qui l’accusa di falso. Nel 2017, secondo l’ipotesi degli inquirenti capitolini, ha dichiarato 246.696 euro (come presidente di Aci, di Aci Informatica, e consigliere nazionale del Coni) quando ne avrebbe percepiti 353.719, e in totale 665.328 avendo omesso di dichiarare i redditi percepiti, tra gli altri, quale presidente del cda di Sara Assicurazione spa (ora partecipata all’80% dall’Aci), e quelli quale presidente del cda di Sara Vita spa.

Nel 2018 avrebbe dichiarato 246.679 euro quando, sempre secondo l’accusa, ne avrebbe percepiti da presidente Aci e Aci Informatica 342.006. Nei due anni successi avrebbe omesso, inoltre, di dichiarare anche i redditi percepiti dall’Inarcassa, la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti. Accuse che hanno portato la procura a chiudere le indagini nei mesi scorsi e a disporre la citazione diretta a giudizio davanti al giudice monocratico per il prossimo novembre.

“La correttezza comportamentale di Angelo Sticchi Damiani, peraltro già riconosciuta, trova concreta attestazione nella puntuale e trasparente presentazione, con annessa pubblicazione, della dichiarazione recante tutte le fonti di reddito: pertanto non vi era e non vi è alcuna possibilità di equivocare sulla volontà del predetto di rispettare la legge. La corposa documentazione, che tanto inequivocabilmente dimostra, costituisce il compendio probatorio su cui riposa la convinta fiducia nel pronto riconoscimento della totale estraneità dell’Ing. Sticchi Damiani a quanto contestato” dichiara Roberto Eustachio Sisto, avvocato di Sticchi Damiani. “Quale difensore dell’Ing. Angelo Sticchi Damiani, ho appreso, solo a mezzo stampa, il fatto che il secondo pubblico ministero procedente avrebbe chiesto al giudice la fissazione dell’udienza nei confronti del mio assistito. Va detto subito che il primo pubblico ministero, per gli stessi fatti, aveva richiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Roma l’archiviazione, sicché risulta inspiegabile, in assenza di nuovi elementi, la scelta del tutto diversa del nuovo pm”.

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