Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, è indagato per falso in atto pubblico a seguito di una denuncia interna partita da alcuni funzionari Aci. Secondo il sostituto procuratore Carlo Villani, Damiani avrebbe mentito sulle autocertificazioni dichiarando redditi inferiori così da rimanere sotto la soglia massima di 240mila euro stabilita dalla legge per le buste paga dei manager pubblici. Le certificazioni fasulle sono quelle riferiti al lasso 2017-2021, durante i quali, dichiarandone 240mila, il manager sarebbe arrivato a guadagnare più di un milione di euro, anche attraverso le cariche ricoperte nelle società appartenenti alla galassia Aci.

Il 78enne nel 2017 percepisce secondo i magistrati un totale di 665mila euro. Alla cifra guadagnata con l’Aci – già superiore a quella allora dichiarata – la Procura somma infatti i redditi derivanti da altre due cariche non segnalate: quella come cda di Sara Assicurazioni, dalla quale incassa 96mila euro, e quella in Sara Vita, per un compenso 216mila. Sara Assicurazioni è partecipata all’80% da Aci, dunque sottoposta alla normativa sugli introiti dei manager pubblici e quanto percepito avrebbe dovuto quindi essere certificato. Un modus operandi simile – riporta il Corriere della Sera – sarebbe stato usato secondo i pm anche nel 2018 e nel 2019, quando gli introiti di Damiani raggiungono il milione e 590mila euro. Nel 2020 la cifra incassata ammonta per la Procura ad un milione e 32omila, a fronte dei soliti 246mila dichiarati. Al termine degli accertamenti investigativi Sticchi Damiani avrà venti giorni per esporre ai magistrati le proprie ragioni.

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