Un giovane collaboratore di una piccola impresa mi ha raccontato di un problema serio nel suo lavoro: il suo capo, nonostante l’azienda fosse in difficoltà, con molti dipendenti che se ne andavano e clienti insoddisfatti, gli diceva solo “non ti preoccupare, va tutto bene”. Ma entrambi sapevano che non era vero. Lui desiderava un capo che fosse più presente e gli offrisse consigli utili, non solo vuote rassicurazioni.

Questo esempio ci mostra una realtà poco discussa ma molto comune: la leadership assente. Alcuni imprenditori, pur avendo la stellina sulla giacca di capo, agiscono, soprattutto quando presentano profonde lacune di conoscenze gestionali, come se il loro ruolo fosse solo un titolo senza significato pratico. Evitano di coinvolgersi con il team e non contribuiscono in modo significativo al cambiamento in azienda. Questo tipo di comportamento può sembrare meno dannoso rispetto a quello di capi che sono apertamente cattivi o incompetenti. Ma in realtà è molto più nocivo.

La leadership assente crea un ambiente lavorativo in cui i dipendenti si sentono ignorati, cosa che può essere più frustrante che essere trattati male. Questo tipo di leadership non solo peggiora la soddisfazione sul lavoro, ma porta anche a problemi di salute tra i lavoratori, aumenta il rischio di mobbing e influisce negativamente sulla produttività aziendale.

Un caso vissuto in una azienda operante nel mondo della logistica ha rivelato che la maggior parte delle lamentele dei dipendenti riguardava proprio la mancanza di reazione e attenzione da parte di un loro capo diretto. Invece di affrontare e risolvere i problemi, o di guidare attivamente l’azienda, il capo passava inosservato, evitando di prendere decisioni importanti o di interagire in modo sostanziale con il personale. Quando i collaboratori riportavano le loro preoccupazioni all’imprenditore, avrebbero sperato in un intervento migliorativo della situazione.

Tuttavia, la risposta dell’imprenditore è stata spiazzante. Ha confrontato il capo in questione con altri responsabili che aveva avuto in passato: uno era un ubriacone, un altro era stato accusato di malversazioni, e un terzo di abuso di fondi. Rispetto a questi casi, secondo l’imprenditore, il capo oggetto delle lamentele non avrebbe causato problemi gravi o scandali. Quindi l’imprenditore considerava la sua presenza non problematica e suggeriva ai collaboratori “di non amplificare il caso”. In altri termini: una leadership non apertamente disastrosa ma fantasma viene tollerata perché non causa scandali o crisi acute.

Tuttavia, la leadership assente può essere altrettanto dannosa a lungo termine perché impedisce l’innovazione, l’adattamento e lo sviluppo.
La storia raccontata serve quindi a evidenziare come spesso nelle organizzazioni si sottovaluti l’impatto negativo della leadership assente. A lungo andare, questo tipo di leadership può erodere la cultura lavorativa, demoralizzare il personale e compromettere la performance dell’intera organizzazione.

In conclusione, se si desidera che un’azienda superi i momenti di crisi, è fondamentale che il suo leader eviti di assumere un ruolo passivo e lavori attivamente per promuovere un ambiente collaborativo e proattivo. Con coraggio, anche rischiando di essere percepito come “cattivo”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Straordinari non pagati” per gli addetti alle pulizie di palazzo Chigi: la protesta dei dipendenti di Romeo Gestioni

next
Articolo Successivo

Giornata sicurezza sul lavoro, l’ex direttore dell’Ispettorato: “Poche sentenze, si è creata un’immunità”. Meloni e Calderone tacciono

next