Le frequentazioni del sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro con esponenti delle forze dell’ordine “esulano da ogni valutazione politica” e nei suoi rapporti con la polizia penitenziaria piemontese “non si ravvisa alcuna forma di ingerenza o interferenza”. A quattro mesi di distanza, il ministro della Giustizia Carlo Nordio copre politicamente il suo sottosegretario meloniano sui fatti accaduti nella notte di Capodanno a Rosazza (Biella), quando dalla pistola del deputato di FdI Emanuele Pozzolo partì un colpo che ferì Luca Campana, genero del capo scorta di Delmastro.

La procura di Biella a inizio aprile ha chiuso l’inchiesta e l’unico indagato risulta essere Pozzolo (nel frattempo sospeso da Fratelli d’Italia) con l’accusa di lesioni colpose e porto illegale d’arma. Ma ora arriva anche il sigillo politico di Nordio sul presunto coinvolgimento di Delmastro, presente alla festa con la scorta e, secondo alcune testimonianze, con alcuni agenti della polizia penitenziaria: per il ministro il sottosegretario molto vicino a Giorgia Meloni non ha alcuna responsabilità politica nella vicenda.

Nordio ha risposto così a un’interrogazione scritta del gruppo Pd alla Camera a prima firma della deputata Debora Serracchiani, responsabile giustizia del partito che insieme ad altri tre parlamentari dem si è costituita parte civile nel processo che vede imputato Delmastro per rivelazione di segreto sul caso Cospito.

Nella loro interrogazione, i deputati del Pd ricostruivano i fatti della notte di Capodanno, citavano un resoconto di Repubblica secondo cui Pozzolo non sarebbe stato l’unico a sparare dei colpi e davano conto della presenza alla festa di agenti non solo della scorta di Delmastro ma anche della penitenziaria. Così Serracchiani chiedeva al ministro della Giustizia di accertare le responsabilità degli agenti e dare spiegazioni sul legame tra Delmastro e la polizia penitenziaria piemontese.

Nella sua risposta scritta, depositata mercoledì in commissione Giustizia alla Camera, Nordio prima spiega di non poter entrare nello specifico della ricostruzione dei fatti perché la procura di Biella “sta coordinando i doverosi accertamenti investigativi” e quindi “non resta che attenderne gli esiti”. Sul ruolo di Delmastro e della scorta però il ministro aggiunge che “esulano da qualsiasi valutazione di opportunità politica” le frequentazioni private che il sottosegretario “voglia intrattenere con figure istituzionali quali, nel caso specifico, appartenenti alle forze dell’ordine, non rilevando, peraltro, il ruolo che questi rivestano ovvero siano assegnati direttamente alla sua tutela”.

Anche sui rapporti con la penitenziaria il ministro difende il suo sottosegretario rispetto alla festa di Rosazza: “Inoltre – conclude Nordio ­ nei rapporti di frequentazione privata del Sottosegretario con rappresentanti della polizia penitenziaria – e a maggior ragione negli incontri, anche di stampo conviviale, che traggono origine da rapporti istituzionali – non si ravvisa alcuna forma di interferenza o ingerenza nei confronti del Corpo”.

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